Enodas

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"...mi raccontava  la leggenda del re Iadava che, per vincere una battaglia epocale in cui a rischio era l’esistenza del suo regno, aveva dovuto mettere in atto una strategia rischiosissima, alla fine della quale suo figlio era morto. Iadava aveva perso il sonno e la pace, distrutto dal senso di colpa per la sua perdita, pensava, rifletteva, riviveva le azioni belliche, cercando il modo in cui avrebbe potuto vincere, evitando quel sacrificio: giorni e notti, notti e giorni ad impazzire su schemi, che non gli rivelavano altro che la propria colpa. A nulla era servito  il conforto dei suoi sudditi che lui aveva salvato, né l’ilarità forzata dei giullari di corte che volevano ridargli il sorriso;solo un bramino era riuscito a risvegliare l’ attenzione di Iadava, con un gioco di propria invenzione: gli scacchi.  Iadava aveva preso a giocare prima con furia, poi con ragione, giocava per capire, giocava per avere risposte. Di gioco in gioco, di giorno in giorno, di mossa in mossa il re capiva che nessuna battaglia poteva essere vinta senza sacrificare un pezzo. In nessun modo, in quella dolorosissima battaglia, avrebbe potuto mantenere suo figlio in vita. E solo allora Iadava fu salvo."
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