Enodas

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Ascolta. Le correnti del fiume, inghiottono gli ultimi passi degli argini, sommergono spuntoni di sassi galleggianti,  si infrangono alla base delle campate. Inghiottono, passano oltre, acque acure come la notte che le luci di una cittą hanno privato di stelle. E scompare, chissą cosa, portato via da un'onda.Ascolta. Appoggiato alla ringhiera, una voce lontana, sogno o realtą, un ricordo che arriva col vento fresco dopo una giornata di sole e l'aria umida che sale dal fiume. Tra le merlature, il profilo ghibellino, due ombre sedute, ad osservare le acque, l'ansa del fiume, il contorno delle case. Ad osservare il vento, e come si puņ, e le luci dorate che di ogni mattone, ogni scala ricavata sul muro, ogni feritoia, ogni pietrino, allungano ombre nuove e contrasti dorati.E vicino, la pista ad otto delle biciclette, con i semafori spenti, le linee tracciate sull'asfalto ed i segnali sparsi come fosse una strada vera, lo smalto scrostato del cancello 'parco givochi' e le serrande abbassate del baracchino. Quasi fosse una foto scolorita.Ascolta. Il silenzio che c'é, due passi dispersi nell'aria ed avvolti nell'oscuritą di una notte cui le stelle sono state nascoste.
...poi all'improviso uscģ una lacrimae lui credette d'affogare...