Enodas

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  Tra le tante cose, le cattiverie, che mi hanno ferito, che continuo a portarmi dentro, credo che quella fosse la maggiore. Mi pesa sullo stomaco, mi ha fatto piangere la sera. E' come se questi anni mi avessero avvelenato, lentamente. D'altra parte, ho sempre pensato che comunque certe cose me le porterò dentro sempre, impresse fin nelle corde più profonde del mio essere e del mio vivere le cose. A volte penso che forse sarebbe stato più semplice se avessi trovato qualcuno ad aiutarmi, accarezzandomi l'anima ferita. Probabilmente, ho anche io serrato porte che già ramarrebbero difficilmente accessibili. Mi sono chiesto spesso come potessi convivere con questo, cose ne potessi fare, cosa potessi farne di questa cattiveria, più di tutte. Quasi d'improvviso, qualche mese fa, mi è venuta in mente una cosa che in realtà è molto semplice. Qualcosa che avrei potuto pensare prima, che a dire il vero avevo pensato spesso, ma che mai avevo associato a tutto questo. A volte, le coincidenze accadono, a volte le guidiamo, a volte le forziamo a combaciare nella nostra mente. Però, i nomi tornano, sia un colore, una città, un qualcos'altro. Ho pensato allora che da una cosa cattiva potesse nascere qualcosa di positivo. Da qualche parte, nello spazio e nel cuore, non ha importanza. E chissà, magari questo allevierà anche qualche lacrima, tra quelle nascoste nella notte, nei sogni che ogni tanto ritornano. Io lo tengo lì, in un cassetto, nascosto, sperando possa germogliare.