Mi sento inghiottito dalla terra. Eppure cammino sospeso nel vuoto, sopra un canion profondo decine di metri. Là, in fondo, rigurgita rabbioso uno dei tanti fiumi sotterranei di queste parti, si spezza sulle rocce che lo costringono ed immediatamente riscompare nel buio. E buio sarebbe, ovunque, in questa stanza gigantesca dove il freddo là fuori scompare, ed il rumore si amplifica, si amplica ancora di più, assordante, spaventoso, in questo mondo fatto di giganti , personaggi immaginari, ombre di pietre costriute dall'acqua migliaia di secoli. Sorgono dal terreno scosceso, si calano dal soffitto, su quelle stesse pareti dove i segni lasciati dai primi esploratori si intravedono appena, nei gradini appena sbozzati, nelle assi pericolanti di un ponte aggrappato al nulla.Fino a quando é luce, abbagliante, infine, ed un alito gelido che spira, dalle rocce imbiancate, letteralmente ghiacciate, e come una gemma incastonata a forza, come fosse aggrappato sul nulla, si trova un castello. Silenzioso, come il gelo che lo circonda, che blocca il portone e fa scendere lentamente il sole oltre la vallata. La neve si tinge gradualmente dell'azzurrognolo di un cielo senza luce. E due ceppi ardono in un calderone, improvvisato, all'ingresso, come se fosse acceso per due guardie invisibili, fantasmi lasciati in custiodia, alla fine del giorno.
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Mi sento inghiottito dalla terra. Eppure cammino sospeso nel vuoto, sopra un canion profondo decine di metri. Là, in fondo, rigurgita rabbioso uno dei tanti fiumi sotterranei di queste parti, si spezza sulle rocce che lo costringono ed immediatamente riscompare nel buio. E buio sarebbe, ovunque, in questa stanza gigantesca dove il freddo là fuori scompare, ed il rumore si amplifica, si amplica ancora di più, assordante, spaventoso, in questo mondo fatto di giganti , personaggi immaginari, ombre di pietre costriute dall'acqua migliaia di secoli. Sorgono dal terreno scosceso, si calano dal soffitto, su quelle stesse pareti dove i segni lasciati dai primi esploratori si intravedono appena, nei gradini appena sbozzati, nelle assi pericolanti di un ponte aggrappato al nulla.Fino a quando é luce, abbagliante, infine, ed un alito gelido che spira, dalle rocce imbiancate, letteralmente ghiacciate, e come una gemma incastonata a forza, come fosse aggrappato sul nulla, si trova un castello. Silenzioso, come il gelo che lo circonda, che blocca il portone e fa scendere lentamente il sole oltre la vallata. La neve si tinge gradualmente dell'azzurrognolo di un cielo senza luce. E due ceppi ardono in un calderone, improvvisato, all'ingresso, come se fosse acceso per due guardie invisibili, fantasmi lasciati in custiodia, alla fine del giorno.