Enodas

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Ti rivedo, seduta su un muretto. Ti rivedo, tanti anni fa, una sera d'estate perduto entro i confini di una città tra i colli toscani. Ti rivedo, come quei giorni, perché quella é alla fine l'immagine che mi é rimasta di te. Poche, immagini, sempre più sfocate, nei ricordi e nel tempo. Allora, batteva il mio cuore. Ho sempre pensato, o forse una volta ho pensato, che ci siano rare occasioni per cui questo succeda. Sapere che quella é una di quelle persone, una di quelle che sa parlare un linuaggio segreto di cui sai anche tu il codice per decifrarlo. L'ho sentito, quei giorni, a Cortona. L'ho sentito, molte volte, su righe d'inchiostro, su voci attraverso un filo, parole e sorrisi che si materializzavano altrove. L'ho sentito nell'anima, quella da amare, quella che voleva essere amata. A te che mi hai sfiorato, dicendomi per prima che ti ricordavo il piccolo principe e che ti insegnavo che l'essenziale é invisibile agli occhi. Non lo dimenticherò mai. Righe nascoste tra le pagine di una lettera. A te, che mi hai accarezzato con le tue parole. C'é sempre un angolo del mio cuore che mi parla di te, e che sempre avrebbe desiderato viverti. E cosi' mi ritrovo davanti ad un muretto, con un dolore più grande di me nel cuore, e quasi la sensazione che conoscerti non sia stato un caso. E poi, c'é un treno che sfreccia lontano. Come lontano ti porta la vita, oggi, domani, sarà un giorno importante per te, bellissimo, certo, ma non ci sarò, non ci sono mai stato, ed un po' anche se con tenerezza, ne soffrirò, perché io sono ancora fermo a quel muretto, inutile cercare perché due strade non si siano mai incrociate davvero, né la geografia, né il colore del mare, nient'altro. Forse, la verità é semplicemente che non ci sia stata la volontà che accadesse, la volontà di rischiare. Non esiste, lo so, ragionare cosi', ma come fare, per dirti ancora che per me sei sempre una persona speciale.