Sono tornato a Roma. L'ho fatto con in mente delle mete ben precise che si snodavano tra quei punti che sono l'immagine della città. Ho macinato chilometri, dietro un caldo notevole che mi si é aggrappato dal momento stesso in cui si é aperto il portellone dell'aereo. Pur non essendo ufficialmente che all'inizio d'estate. E come d'estate, la sera ho vagato quasi in sogno. Non perché mancassero le folle di turisti, né tantomeno la cronica congestione delle strade, ma perché su altre vie brillavano luci, quasi fossero punti sfocati e fuochi leggeri che emanavano silenzio. Così, sono tornato a Roma d'estate, quando percorrere queste vie é piacevole la sera, coperto di gelati, comprati magari da quella gelateria che per caso ho scoperto tanti anni fa e che mantiene il suo nome e le sue porzioni. Sono stato una manciata di giorni, ma é come se fosse stato molto di più. Perché é una città di una bellezza infinita, custode di altrettanta bellezza, che tutto meriterebbe molto di più di quanto viene fatto, ed un calarsi continuo nella storia. Così, per pochi giorni ho comunque raccolto un racconto di viaggio che cercherò di narrare, inchiostro su carta. E questo racconto inizierà in realtà dall'ultima immagine, l'ultima sera, da un ponte percorso da angeli, che non so esattamente perché rimane sempre l'ultima immagine impressa prima di partire, e dal silenzio di un fiume.
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Sono tornato a Roma. L'ho fatto con in mente delle mete ben precise che si snodavano tra quei punti che sono l'immagine della città. Ho macinato chilometri, dietro un caldo notevole che mi si é aggrappato dal momento stesso in cui si é aperto il portellone dell'aereo. Pur non essendo ufficialmente che all'inizio d'estate. E come d'estate, la sera ho vagato quasi in sogno. Non perché mancassero le folle di turisti, né tantomeno la cronica congestione delle strade, ma perché su altre vie brillavano luci, quasi fossero punti sfocati e fuochi leggeri che emanavano silenzio. Così, sono tornato a Roma d'estate, quando percorrere queste vie é piacevole la sera, coperto di gelati, comprati magari da quella gelateria che per caso ho scoperto tanti anni fa e che mantiene il suo nome e le sue porzioni. Sono stato una manciata di giorni, ma é come se fosse stato molto di più. Perché é una città di una bellezza infinita, custode di altrettanta bellezza, che tutto meriterebbe molto di più di quanto viene fatto, ed un calarsi continuo nella storia. Così, per pochi giorni ho comunque raccolto un racconto di viaggio che cercherò di narrare, inchiostro su carta. E questo racconto inizierà in realtà dall'ultima immagine, l'ultima sera, da un ponte percorso da angeli, che non so esattamente perché rimane sempre l'ultima immagine impressa prima di partire, e dal silenzio di un fiume.