Varchero' questa soglia immaginando di essere calato dall'alto, come dal culmine di una grotta. Rabbrividero' del calo di temperatura istantaneo, del silenzio che preannuncia spazi enormi e sospesi, del buio che mi avvolge. Spostero', immaginando, valanghe di terra e mura aggiuntive poste a damnatio memoriae. Andando oltre le montagne accumulate nei secoli, e quanto ancora non e' venuto riscoperto. Ed allora si spalancheranno finestre, inondate di luce, dell'oro piu' sfarzoso, riflesso su marmi finissimi, giochi d'acqua, musiche e dipinti a parete. Poi tutto torna silenzio, buio e spazi vuoti. Lontani, su quei muri sfondi bianchi, affraschi, e disegni sfolgoranti. Nascosti sotto una patina di tempo e dimateriale che contemporaneamente nasconde, sbiadisce e protegge. Colori vivaci, ed una varieta' infinita di figure, astratte, umane, di oggetti. Un racconto, la gioia di vivere, una rappresentazione teatrale che l'uomo fa di se stesso. In queste figre, che ancora in parte rimangono nascoste, che si intuiscono su una parete lontana, un soffitto sopra di me, c'e' un'umanita' profonda e senza tempo. Arrivarvi cosi' e' un'emozione intensa e particolare. Grandi maestri, una volta scoperti per caso alcuni accessi a questi spazi sconosciuti, si calarono nel buio ed a lume di candela, distesi su uno strato di terra, iniziarono a copiare, leggere, imparare. Li chiamarono grottesche.
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Varchero' questa soglia immaginando di essere calato dall'alto, come dal culmine di una grotta. Rabbrividero' del calo di temperatura istantaneo, del silenzio che preannuncia spazi enormi e sospesi, del buio che mi avvolge. Spostero', immaginando, valanghe di terra e mura aggiuntive poste a damnatio memoriae. Andando oltre le montagne accumulate nei secoli, e quanto ancora non e' venuto riscoperto. Ed allora si spalancheranno finestre, inondate di luce, dell'oro piu' sfarzoso, riflesso su marmi finissimi, giochi d'acqua, musiche e dipinti a parete. Poi tutto torna silenzio, buio e spazi vuoti. Lontani, su quei muri sfondi bianchi, affraschi, e disegni sfolgoranti. Nascosti sotto una patina di tempo e dimateriale che contemporaneamente nasconde, sbiadisce e protegge. Colori vivaci, ed una varieta' infinita di figure, astratte, umane, di oggetti. Un racconto, la gioia di vivere, una rappresentazione teatrale che l'uomo fa di se stesso. In queste figre, che ancora in parte rimangono nascoste, che si intuiscono su una parete lontana, un soffitto sopra di me, c'e' un'umanita' profonda e senza tempo. Arrivarvi cosi' e' un'emozione intensa e particolare. Grandi maestri, una volta scoperti per caso alcuni accessi a questi spazi sconosciuti, si calarono nel buio ed a lume di candela, distesi su uno strato di terra, iniziarono a copiare, leggere, imparare. Li chiamarono grottesche.