Enodas

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 Pietra nella terra, pilastri che affondano nei secoli, e luci riflesse sulla tela. Sono tornato a Rouen, in un'altra giornata di luglio, le luci proiettavano secoli di storia su quella facciata bianca e silenziosa, come silenziose erano le vie tutt'intorno, mentre un orologio rintoccava le ore e come rami squadrati i supporti a graticcio delle case si incrociavano a creare figure geometriche.Sono partito da qui, sono arrivato qui, verso sud ed un giardino incantato e verso nord, di nuovo, lungo strade leggere che si snodano nel nord della Francia. Sono partito da questa città, che la prima volta fu un po' l'inizio di una scoperta ed una pagina di ricordi, nel segno del Medioevo e delle suggestioni impressioniste. Camminando, dopo anni, é un po' come mantenere una promessa, che si lascia a certi luoghi, ed é un riconoscere, muoversi immaginando già cosa si trovi un po' più in là. 
 E poi, ho riguardato il paesaggio, assaporato la bellezza delle strade che vi si snodavano attraverso con la stssa dolcezza. Credo che in questi anni sia diventato più sensibile a tutto questo, perché é qualcosa che mi scalda il cuore, mi fa sentire più vicino e dove mi trovo, un po' meno estraneo. E' così che in qualche modo assaporo come il cibo la luce, più calda. Entrando nel cuore di queste città che si frammentano sulle rive di un fiume o si raccolgono attorno a piazze storiche o grandi cattedrali. Cavalcando, al tempo stesso rimandi storici e note letterarie, dalle razzie dei Cent'Anni ad un volo di notte mentre là sotto infuria una guerra. Ed é un po' strano notare che in fondo questi luoghi si presentino ancora quasi come isole umane nel mezzo di un paesaggio silenzioso che ispira tranquillità. E mi fermo, solo qualche ora, come a scrivere poche note su un diario di viaggio ed arricchire tutte quelle immagini che porto con me.