Enodas

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  Chapter 4 - The Maharaja's Land and the Silk Road (6)23,24 Novembre 
 Probabilmente, non era come mi aspettavo. Il caos, le dimensioni, il traffico, hanno il sopravvento. Ed anche una piantina che dovrebbe essere semplice si trasforma in un labirinto senza uscita. Strade semideserte si alternano ad ingorghi pazzeschi, e di linea in linea si estendono bazaar di ogni tema. Per me, camminare a Jaipur, al città rosa e vertice del triangolo d'oro é semplicemente una sensazione diversa,ed un po' lontana, forsa anche leggermente stanca, dagli ultimi giorni. Nel caos di cui  scopro soltanto una piccola parte, non ritrovo un'anima, né il fascino di un appellativo, né la lucentezza delle gemme per le quali é famosa. Forse, sto semplicemente rientrando in un altro mondo. E chissà se nella sera, come gemme, le stelle si rispecchiano sui grandi strumenti astronomici costruiti sulla terra, magari si allineano, in un dettame magico che unisce due mondi simmetrici, ed il potere con l'immensità. 
 Attendo, ancora. So che si leveranno in volo, volteggeranno seguendo una traiettoria invisibile e primordiale, ed ancora si fermeranno. Il caldo del deserto arriva fino a qui, alla base di queste mura, dove l'acqua rimane immobile, stagnante, ed in lontananza c'é chi vi si immerge, c'é chi la attraversa a bordo di un'imbarcazione. Possente, enorme, incastonata sulla roccia di cui é la continuazione: é una fortezza che pure ha il nome di una pietra purissima. Una porta, un'altra, a cercare un riparo dal sole, mentre ogni gradino é una scalata. Dietro, si nasconde un labirinto ingovernabile di corridoi, stanze, connessioni tra piani differenti. Stanze dalle quali il deserto appare incorniciato entro disegni ogni volta differenti e dall'esterno non giunge che l'alito dell'aria, ed edifici che da soli sono un libro intero di disegni le cui pagine sono plasmate nella pietra. Ed ancora, scendo nel ventre della terra, lungo corridoi segreti che collegano castelli a castelli, nel cuore della montagna, attraverso un buio sinistro interrotto da sibilo dei pipistrelli. Odore acro, scale che riemergono in superficie. Dove uno stormo di uccelli, tra poco , spiccherà un nuovo volo.