Enodas

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  Si scatena la tempesta: onde alte e vele piegate. Urla di uomini assorbite dal vento. E poco lontano, flotte di navi salutano porti sicuri verso rotte commerciali d'oro e tessuti preziosi. Del resto, il cielo cambia, in continuazione, con quelle sue sfumature che alternano raggi di sole a nuvole cupe. Come piccoli punti, uomini e donne si muovono dentro un paesaggio verdeggiante. Lontano, si staglia il profilo gotico di un edificio, suonano le campane, sovrastano la città. L'ingresso é una via d'acqua: paranchi scricchiolano a smuovere il portone che chiude l'accesso. Oltre, le strade sono un miscuglio di suoni e sensazioni. E la luce filtra tra vie strette, penetra nelle case. Bordelli, case da gioco, abitazioni private: una donna stringe tra le mani una lettera appena ricevuta. E magari, con lo sguardo, fissa il vaso da fiori ricolmo di tulipani alla finestra: una farfalla si posa, e quasi sembra che quelo moto gentile sia sufficiente e smuovere l'acqua contenuta nel vaso di vetro trasparente. Allunga la mano, dal piatto raccoglie un frutto maturo, una pesca, o forse una fragola di bosco. Riflesso. Avvolto nell'ombra, un uomo osserva: anziano, il volto segnato e lo sguardo intelligente e quasi beffardo. Ad osservarlo bene, sembra di averlo incontrato, più e più volte, quand'era più giovane, e quando sarà più vecchio. Forse ha in mano una Bibbia, chissà: nei suoi occhi si specchiano scene di un Paradiso Terrestre, colmo di creature selvagge e straordinarie, ma anche scene di battaglie ed episodi dell'Antico Testamento, che rispecchiano i sentimenti più ancestrali dell'animo umano. Una donna si copre, osservata dal volto desideroso di sue vecchi nascosti nel buio. E sempre nel buio, dal buio, emerge il profilo di una giovane donna: una ragazza sconosciuta, con lo sguardo misterioso ed indecifrabile, misto di timidezza, sorpresa e sensualità. Sensuali le labbra rosse socchiuse. Un bagliore, oltre i suoi occhi. E' il riflesso del sole: ha squarciato il buio della stanza e, per un attimo soltanto, ha illuminato l'orecchino semplice e prezioso quasi nascosto dal turbante sul capo. Una perla. 
 Il Mauritshuis é colmo di capolavori. Tra i dipinti che amo di più ce n'é uno di dimensioni ridottissime, un quadretto - letteralmente - di una decina di centimetri di lato o poco più. Non ha posti d'onore e quasi si trova in una sala di passaggio. E' un piattino di fragole di bosco. La lucentezza, il sapore del frutto e probabilemnte soprattutto la semplicità del soggetto e del dipinto mi attraggono come una calamita e lasciano un dolce ricordo che é piacevole recuperare quando fisicamente si materializza davanti agli occhi.Ho osservato questi dipinti più e più volte. Tanto che il tornare li fa riemergere nella mente e nella galleria dei ricordi con rapidità e precisione. Sono tornato tra queste sale dopo molto tempo. Come se avessi spalancato le finestre di una stanza sigillata da anni. In qualche modo, la mia storia olandese inizia qui, é anzi intrinsicamente legata ai due piani di questo museo che trasudano oro e luce, ed a quel pezzo di città che vi si sviluppa attorno.Potrà sembrare strano. Ma ogni passo qui é un sasso lanciato nell'acqua ed osservare le increspature in superficie.