Enodas

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  Sono passati dieci anni dal giorno della laurea. Dieci anni esatti che, a quest'ora, tornavo a casa in treno con qualcosa che mi era costato molto, sotto molti aspetti. Tanto che, ancora, ogni tanto mi capita di sognare di essere con un esame mancante e, una volta sveglio, mi ci vuole del tempo per ripetermi che razionalmente non é così.Di anni ne sono passati cinque, invece, da quando la mia ragazza se ne é andata. Lo stesso giorno. La sera prima, al termine di una giornata rocambolesca tra lavoro, giacche scambiate, ritardi, e fascicoli da preparare per la tesi di dottorato, ad un certo punto ha smesso di parlare, é andata a dormire voltandomi le spalle, ed il giorno seguente ha aspettato che partissi per andare al lavoro, per andarsene. Sembra incredibile come di quella giornata racolga e trattenga infiniti dettagli. Tra le cose che ricordo c'é che quella sera mi misi a tagliare le fragole per prepararle da mangiare entrambi la mattina seguente. E mi chiedo spesso se la mattina, prima di andarsene, le abbia trovate, pronte per lei, prima di andarsene. E' un gesto talmente semplice e talmente ricco di significato per me.Il resto é stato soltanto una discesa, in un mondo di cattiverie a cui non ho saputo resistere. Penso spesso che allora il mio cuore sia cambiato per sempre, in un certo senso. Lo sento. Ed un po' come é cambiato in quegli anni di università, gli ultimi soprattutto, dove situazioni al limite del legale hanno trasformato paure in ansie che in qualche modo tornano a galla in certifrangenti.Così, questo giorno in qualche modo lo temo, ed é una di quelle date che come ricorrenze marca un nuovo giro di orologio. E se sarà pur vero che il passato bisogna lasciarlo dove si trova, indietro, e che pure ogni cosa prima o poi trova la propria strada per proseguire, ma é anche vero che io in questo non ci sono mai riuscito, e probabilmente si tratta di una debolezza.