Enodas

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 Sono tornato quest'oggi con la voglia di scrivere. Scrivere di questo luogo, un ritorno, dopo anni, e di un nome di città che nel mio immaginario di bambino si sposava a guglie gotiche e vetrate colorate. Sono tornato con l'idea di raccontare il fascino di questa città, elegante, bella ed antica, segnata dalla storia, angoli tanto grigi da far rabbrividire e fari di luce brillanti come speranza. Speranza come quella energia che sprigiona dalla Giornata della Gioventù ormai alle porte, una coincidenza, essere qui, senza volerlo e scoprirlo prima di partire a dispetto di problemi logistici che ne conseguono; quella forza positiva che arriva, osservando e sentendo, non importa dove sia perso il tuo cuore, in tema di fede. E su questo sfondo, ho ritracciato immagini, scatti di fotografie, testimonianze della storia ed in parallelo ricordi personali. Il castello, le  vie principali della città vecchia, lo sbuffo di un drago e soprattutto una piazza stupenda, una delle più belle che abbia mai visto, a mio parere. E lontano, dirimpettaia, suonava musica klezmer, o quel che ne rimane, almeno, di un solco cancellato con forza brutale. Più vicino, invece, venditori di giada scintillante ed anziani con mazzi di fiori freschi mantengono in vita una tradizione come molte altre. Vorrei assorbirla, sovrapponendo quello che era la prima volta, anni fa, e quello che é ora, di nuovo, un'altra sera d'estate. Tutto quanto, fuso in un'immagine continua. Tra luci, mille movimenti, musica ed una brezza leggera quanto basta per poter respirare. Tanto bella, da non volermene più staccare. 
 Da Katowice a Cracovia, andata e ritorno. Quasi avevo dimenticato quell'impressione che mi avevano lasciato le strade polacche. In costruzione, in crescita, ancora, potenzialmente, lente, quelle  "che arrivano ovunque ma in tempi lunghissimi". Quella crescita visibile, di un Paese che ha cambiato volto, rapidamente. Ma che al tempo stesso racconta anche un'altra anima, forse sempre un po' più lontana, ma presente. Questa é la lentezza di una strada, come il volto ed i gesti di un'anziana.Ho sceso villaggi, lungo la strada, alla ricerca di cavalieri e dei loro castelli. Era questa la mia idea di percorrere questo breve tratto di viaggio lungo una terra al centro d'Europa. Sperduti tra foreste o magari sovrastanti la pianura polacca, o forse ancora sorvegliati da profili rocciosi che hanno il profilo non troppo nascosto di un drago. Forse anche allora, la strada rallenta. Non erano draghi ma piccozze di raccoglitori di sale, invece, i rumori nel ventre della montagna. Sempre più profonda, una discesa nel labirinto. Anche questo, in realtà, é un ritorno che marca quanto é cambiato. Ho respirato il verde degli alberi e seguito il corso di un fiume. Quando già era tardi e quasi sembrava un luogo sospeso nel nulla; e dovevo tornare, tanto lento sapevo essere il tragitto.