19-20 Novembre "Sapevo che la frontiera era vicina. Un'altra frontiera, ma non la vedevo. L'unica cosa che interrompeva il monotono tramonto andino era il riflesso del sole su una struttura metallica..." Patagonia è anche il nome di una nave. Un traghetto, per la precisione. Ma, come il nome che evoca, non uno qualsiasi. Il Patagonia fa la spola attraverso lo stretto di Magellano, laddove il nome fonde l’epico con l’energia delle onde che fanno danzare la piattaforma della nave. Se ovunque da queste parti il vento è un urlo continuo, qui con i bozzi sordi delle onde assume ancora più potenza.Ho viaggiato per ore guardando oltre un finestrino. La Ruta, in qualche modo, è iniziata ieri, da quella radura silenziosa, ma è oggi, con le sue dodici ore, i controlli di frontiera sulla strada sterrata, il paesaggio piatto che prende consistenza. E’ un inizio, che scorre su quattro ruote, lascia pagine sfogliate, una dopo l’altra, e riflette il mio sguardo sul vetro, oltre il vetro. Mentre il passare delle ore, con quella linea che mi segue da fuori, mi lascia un pensiero di triste malinconia, senza ragione propria, sempre più appresso. "...La superficie sembra una lamina di metallo, alla quale il sole che spunta sulle cordigliere e le nubi strappano riflessi argentati. Sul ponte di comando, il timoniere e due ufficiali scrutano attenti la superficie. Agli uomini di mare di queste regioni piacciono i fiordi con le onde. Nel movimento dell'acqua riconoscono i banchi di sabbia traditori e gli scogli affilati che si nascondono sotto la superficie..."
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19-20 Novembre "Sapevo che la frontiera era vicina. Un'altra frontiera, ma non la vedevo. L'unica cosa che interrompeva il monotono tramonto andino era il riflesso del sole su una struttura metallica..." Patagonia è anche il nome di una nave. Un traghetto, per la precisione. Ma, come il nome che evoca, non uno qualsiasi. Il Patagonia fa la spola attraverso lo stretto di Magellano, laddove il nome fonde l’epico con l’energia delle onde che fanno danzare la piattaforma della nave. Se ovunque da queste parti il vento è un urlo continuo, qui con i bozzi sordi delle onde assume ancora più potenza.Ho viaggiato per ore guardando oltre un finestrino. La Ruta, in qualche modo, è iniziata ieri, da quella radura silenziosa, ma è oggi, con le sue dodici ore, i controlli di frontiera sulla strada sterrata, il paesaggio piatto che prende consistenza. E’ un inizio, che scorre su quattro ruote, lascia pagine sfogliate, una dopo l’altra, e riflette il mio sguardo sul vetro, oltre il vetro. Mentre il passare delle ore, con quella linea che mi segue da fuori, mi lascia un pensiero di triste malinconia, senza ragione propria, sempre più appresso. "...La superficie sembra una lamina di metallo, alla quale il sole che spunta sulle cordigliere e le nubi strappano riflessi argentati. Sul ponte di comando, il timoniere e due ufficiali scrutano attenti la superficie. Agli uomini di mare di queste regioni piacciono i fiordi con le onde. Nel movimento dell'acqua riconoscono i banchi di sabbia traditori e gli scogli affilati che si nascondono sotto la superficie..."