Enodas

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  “… Più vicino all'umano, sarà infinitamente delicato e pieno di riguardi, buono e chiaro in tutte le cose che lega e scioglie. Sarà quell'amore che noi prepariamo lottando aspramente: due solitudini che si proteggono, si completano, si limitano e s'inchinano l'una davanti all'altra...[…] Non crediate che l'amore che avete conosciuto da adolescente sia perduto. Non ha fatto germogliare in voi delle aspirazioni ricche e forti, dei progetti di cui vivete ancora oggi? Credo che questo amore non sopravviva nel vostro ricordo tanto forte e potente, se non perche è stato per voi la prima occasione d'essere solo nel più intimo di voi stesso, il primo sforzo interiore che abbiate tentato nella vostra vita…”(Rainer Maria Rilke - Lettere ad un giovane poeta) Da quello stesso libretto, ogni tanto raccolgo frasi in ordine sparso. Ho guardato indietro, e pensato ad un momento ben preciso, molto tempo fa. Praticamente in automatico. Non ho mai dato significato ai miei fallimenti, che non andassero oltre la sconfitta con la mia timidezza e tanto altro. Vorrei saper ripensare ad allora con parole come queste, perché ci fosse sempre un significato nascosto, un motivo. Da molto tempo ho smesso di pensare in questo mondo, sopraffatto dall’idea della casualità delle cose, e da alcuni racconti infelici scritti di mio pugno. Almeno, vorrei poter pensare che non sia perduto. Che in qualche modo avesse un suo valore e, da qualche parte, esistesse.