Enodas

.


  
 Il vento, il fango, l'acqua che sale, come un destriero che mi insegue, una volta messo in cammino, sono tutti parte di questo viaggio dentro un infinito che si riassume in una linea tracciata sempre un po' più in là. Ho guardato indietro: passi affondati nel mare, un mare che non c’è, scomparso in questo paesaggio desolato eppure così profondo, come un tuffo nell'anima, vi posso camminare dentro, ogni passo osservandomi affondare. Ho guardato avanti, sapendo che improvvisa apparirà, un'isola misteriosa e silente, fatta di una lunga spiaggia bianca che separa dune coperte di erba ed acqua di mare. L'ho cercata, quest'isola fortunata, come un miraggio, giocando coi riflessi di un sole che tarda ad apparire, spazzare via il cielo plumbeo e quel vento gelido che scompare dopo essersi messi in cammino. Ancora, un passo, dove cielo e mare si fondono, perché possa diventare come questo paesaggio... libero, infinito, e leggero.