Enodas

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  Mercoledì 12 Luglio 2017Sto osservando queste gocce d’acqua che lentamente scendono sul finestrino, si sciolgono, uniscono, si muovono a zigzag. Mi separano dal grigiore di una mattina di traffico. Piove copiosamente, ma è come se tutto rallentasse, una volta che ognuna di queste gocce si forma sulla macchina e lentamente inizia il suo percorso incontrollato. Ascolto le note di un violino, un fiddle come si direbbe da quelle parti, muoversi su percorsi acrobatici. Forse sarà una coincidenza. So solo che questa musica mi sta portando lontano, in un angolo colmo di voci legno alle pareti, luce abbozzata e vetrate colorate. In qualche modo so che, dall’altra parte di quelle finestre, scendono lente senza tempo le stesse gocce di pioggia. So che si affacciano su un verde smeraldo. Curioso sentirmi così legato ad una terra che non ho mai conosciuto. Eppure voglio rimanere lì, tra le pareti annerite di un pub colmo di voci e di una birra scura e saporita. Cavalcando virtuosismi e melodie semplici da memorizzare all’ascolto. E la luce dei semafori, ed il grigio di questa strada sulla quale mi trovo, mi lasciano quasi indifferente come fossero prive di significato e di interesse, una deviazione casuale osservata da lontano.