Enodas

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 Sono passati anni da quando ho visitato questi mercatini. A distanza, quello che era un ricordo delle luci e della folla di allora impallidisce rispetto a quanto ho trovato. Sono tornato con la gioia di aver passato una bella giornata, dopo essermi inebriato di sapori da provare solo in questi contesti, da una tradizione più forte che mai, e di essere stato bene con la persona che mi è vicino. Ci siamo stretti in una marea di gente, che fin dal mattino affluiva dalla piazza antistante il duomo, e via via abbiamo girato, di piazza in piazza, casetta dopo casetta, fino a giungere sulle rive del Reno, assaporando una coppa di cioccolata calda infusa di liquore. E poi, nuovamente, zigzagando, ho atteso che le luci si accendessero e divenissero via via più luminose, quasi un'autostrada proiettata nell'oscurità, o un abbraccio di calore, a riflettersi su oggetti più o meno improbabili, una pozza d'acqua sulla strada, un canto di Natale. Idealmente, quei sapori salivano ancora più intensi, ed il tempo scorreva, ricordandomi che era ora di tornare verso casa. Colonia, dopo anni, un sabato a ridosso del Natale, quando allora era amarezza ed una ferita di smarrimento. E poco tempo per davvero vivere questi mercatini .Nella mente, queste immagini cambiano. Leggerezza. In un modo o nell'altro, ai vari mercatini di Natale sparsi da qui fino a Parigi, ho legato qualche frammento dell'anima. Forse, al tempo stesso, le bancarelle sono cresciute, e questo evento è cresciuto in popolarità. Io sono contento di esservi tornato.