Enodas

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  Sono passati anni. E lo percepisco attraverso indizi segretamente nascosti. Piccoli particolari che hanno reso questo posto un po' più turistico rispetto al passato, rispetto alla prima volta che arrivai qui, sul ponte di un traghetto. Nonostante ciò, questo luogo riesce in qualche modo a non tradire se stesso. Questo sì, per me, é uno di quei luoghi dell'anima, un puntino su una mappa tutta mia da cui sono passato e ripassato, in molte occasioni, con ogni tempo, con ogni differente battito di cuore. Alcuni leggeri e felici, altri pesanti e sferzati da un vento gelido che investiva il mio volto ed al tempo stesso mi attanagliava lo stomaco. Ecco perché questo, più di ogni luogo qui in Olanda é uno scrigno di ricordi personali. Così, mi scopro ogni volta che comunque sia questo puntino sulla mappa a passarci fa un po' male, spingendomi nei ricordi con un po' di malinconia, qualche rimpianto forse qua e là, o semplicemente un tuffo al cuore che mi lascia sospeso sull'orlo di un precipizio. Forse é perché in qualche modo qui mi trovassi a riavvolgere tutto il tempo  della mia vita in Olanda, in una galleria di dipinti con lo stesso paesaggio e colori sempre diversi, in cui costante si diffonde il sibilo silenzioso dei mulini, una schiera di soldati allineati quasi a fronteggiarmi senza arretrare. Una schiera di colori riflessi nell'acqua, fin quando non sarà ghiacciata, un giorno d'inverno, e steli di giunchi ondeggianti, a spezzare uno specchio troppo fragile, troppo cupo, perché possa spiarvi dentro.