Enodas

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 Tra i tanti luoghi magici di Roma, la Domus Aurea é uno dei miei preferiti. Ricca di fascino, mistero, riemersa dalla memoria dannata e dalle pagine dei libri di storia, attraverso un portone che si schiude verso il centro della terra, quasi un Aldilà fatto di labirinti di pietra, roccia franata, luoghi nascosti. E, illuminate dalla torcia, come secoli fa fu per le prime persone che si calarono dall'alto, si svelano i dipinti sui muri, ancora visibili, vivi e silenziosi, nascosti da una patina stesa dal tempo o ravvivati da una mano moderna che li ha sfiorati con cura. E' il silenzio del tempo a colpire: nel buio che sa di mistero, soltanto l'immaginazione può rendere ragione di ciò che davvero poteva essere questo luogo, di quanto fosse la luce che penetrava direttamente dal cielo, si rifletteva su disegni d'acqua e lamine d'oro, laddove soltanto una mente folle e grandiosa poteva arrivare. Ecco, l'emozione più grande é calpestare questo suolo strappato dalla maledizione che lo ha seppellito, respirarne la vana gloria, sentire direttamente il sussurro della grandezza di Roma in un alito di vento gelido, ed osservare quei dipinti con lo stesso stupore e lo stesso spirito d'avventura dei pittori rinascimentali che si calavano in quelle che credevano grotte prive di spiegazione ma colme di umanità.