Enodas

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  Se c'é un effetto collaterale positivo delle giornate passate in isolamento nelle ultime settimane, prima di tornare fisicamente a lavoro é stato quello di aver sfruttato il tempo guadagnato dal non dover viaggiare riprendendo l'impegno di suonare ogni giorno il violino. E' qualcosa che da molto tempo era scivolata via, a poco a poco, fiaccato dalla stanchezza al ritorno a casa, dalle corde stonate, ed i gesti sempre più macchinosi. Così, ho cercato di imporre a me stesso. Per poter riabbracciare, idealmente, questo strumento magico che mi ha sempre affascinato e che a malapena riesco a strimpellare, con un po' di confidenza e di resistenza fisica in più, giorno per giorno, ed iniziare là dove mi ero silenziosamente fermato. Perché, come per un allenamento, lasciare passare il tempo é come perdere. Ed allora, specie all'inizio mi sono sforzato. Quindi mi sono impegnato. Sfruttando quel tempo e quelle energie extra come un'occasione per fare qualcosa per me stesso. E lentamente, un po' più a lungo ogni giorno, ho cercato di ritrovare quell'abbraccio ideale, che mi lega ad un sogno e ad un affetto. Un po' nell'illusione, nel frattempo, che riesca ogni tanto davvero a suonare, idealmente far vibrare corde tese e sospese e segrete casse di risonanza.