Enodas

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E' con un po' di tristezza che ogni volta, un po' di più mi sento distante dagli amici che vedo sempre meno frequentemente, ognuno perso tra luoghi diversi e probabilmente momenti della vita differenti. Il perdersi di vista, l'allentarsi dei legami, perché quelle che prima erano routine sono diventate momenti occasionali, magari pure fugaci, tutto questo insieme mi fa sentire, ad uno strato più subdolo e profondo, in qualche modo estraneo, anche quando ormai raramente c'é modo di trovarsi. Come se non ci fosse più nessuno ad aspettare, o che voglia davvero sapere come va: ognuno é sceso dalla carrozza per salire su un altro treno. E' con tristezza che mi senta meno connesso, un po' fuori luogo ed un po' più solo, in tutto questo. Magari pure un po' apatico ed un po' perso. Ho sempre considerato le amicizie come qualcosa di fisso e inattaccabile. Per questo, e forse anche contro questo, ho sempre considerato di avere realmente poche amicizie attorno a me. Eppure colori che una volta sembrano vivi e brillanti improvvisamente iniziano a sfumare, diventano opachi, e per qualche motivo mi ritrovo ciclicamente a fare i conti con la sensazione di vedere questi legami scivolare via in modo lento e silenzioso, malgrado non voglia che il contrario, fino quasi a mancarmi, senza che sappia bene, esattamente, cosa fare. Come una fiamma che decide di consumarsi. Ho imparato, molto tempo fa, che questo, semplicemente, accade. Anche se non smette di amareggiarmi.