Enodas

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  Come sempre con qualche giorno di ritardo. Perché non so il motivo, ma questa data di fine marzo non riesco mai a ricordarla al momento giusto. Come altre volte, é quella voce al telefono che mi riporta a delle sere d'estate di tanti anni fa, e ad un'immagine fissa che non é cambiata. Perché la verità é che alla fine quella rimane l'unica immagine che ho. L'unica che abbiamo. E non é cambiata la voce, il parlare, il tempo che si ferma e cambia dimensione, e quella sensazione di avere uno sguardo che sappia osservare e parlare a recessi nascosti e quasi inaccessibili. Forse é per questo che ogni volta questo rituale capiti con qualche giorno di ritardo. Forse é per questo che poi, nuovamente, passano mesi. Perché si crei una distanza di sicurezza, che mi protegga. Io in un modo o nell'altro vorrei ripeterti tutto questo. Ed atterrare tra le pagine di un libro o tra le dune di sabbia di un deserto. Non avrebbe poi molta importanza, se da qualche parte il tempo si fosse piegato a quel momento.