Enodas

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  L'ho sognata di nuovo. Ogni tanto mi capita, é questo l'unico contatto che mi resta, illusorio, da tanto tempo. Anche se la trama, rispetto ad una volta, sembra sia cambiata. Perché ciò che vedo é una storia proiettata, in avanti, che guarda al passato. E' come se, inconsciamente, anche questi recessi più oscuri della mente avessero assimilato qualcosa. Ma sempre e comunque di questi sogni mi rimangono impressi gli sguardi, le immagini, i silenzi. Non sento, o mi sveglio quando dimenticando le parole, col groppo di non essere riuscito a parlare, a trovare in un sogno ciò che non esiste in realtà, a fermare un istante. Mi sono trovato, me stesso di allora silenzioso spettatore del me stesso di un futuro indefinito, e mi vedevo parlare con lei. O forse era solo osservarla, non lo so. Così come non so più cosa avrei da dire. Che ormai non ha più veramente importanza. Sulle rive di un lago, d'azzurro e di sole, senza che abbia un riferimento minimo ad una realtà conosciuta. Perché lei arriva da un'isola, proprio una di quelle isole sconosciute, forse, attraversando l'acqua in battello. Un altro dettaglio che ritorna, altre notti, in queste immagini, perché in qualche maniera mi trovo dentro una storia con una trama non casuale. Ma che rimane perennemente sospesa, in attesa di sentire qualcosa, forse, che mi liberi l'animo e lo lasci un attimo più leggero, o che mi sfiori, non saprei neanche come, in quella che é tutta un'illusione di un sogno. Che alla fine, a dire il vero, non saprei neanche cosa chiedere. Se non, forse, di non svegliarmi con quel peso incompiuto nel petto che non é soltanto l'attimo di aprire gli occhi e realizzare che si stava soltanto osservando una proiezione della mente, ma anche tutta la polvere, reale, che anche un sogno, può sollevare.