Enodas

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  Rapidamente, come era venuta, se ne sta andando. Inesorabile, la sua scomparsa si manifesta, giorno dopo giorno, ad occhio nudo. E già in alcuni punti il terreno duro che incontrava il piede affondato nella neve ha lasciato il posto a scivolose chiazze di pantano. Continuo a vagare, ogni giorno, su sentieri sempre simili e sempre nuovi, cercando di perdermi ogni volta. Anche se non posso negare che questo cambiamento mi lasci un retrogusto di malinconia. Ed oggi, non so come, sono sceso parecchio indietro nel tempo, abbastanza per scivolare in quei ricordi mai sopiti che mi conducono ad un vicolo cieco. Un po' perché sono senza risposta, un po' perché una parte del mio cuore e della mia anima non sono mai più andati oltre quel momento. Ci sono frammenti che custodiamo come se fossero oggetti preziosi a cui voler rimanere aggrappati ma che in realtà feriscono come schegge. A volte riemergono. E come riflessi, specchiano i pensieri che li hanno raggiunti per lasciare che si perdano, seguendo una catena logica senza un senso evidente, verso destinazioni imprevedibili, ma che pur sempre approdano a me, al mio sentirmi inadeguato, sbagliato o più semplicemente bloccato, nascosto da me stesso agli occhi del mondo.