Enodas

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 … arrivo a Munster, sulla strada del ritorno, ultima tappa di questa settimana itinerante… e ancora una volta è sera tardi… ma ho imparato la lezione, le indicazioni stradali ora sono più precise e riesco a non perdermi… Eppure… la sensazione che mi assale è un certo moto di oppressione… le persone che incrocio, le ombre e le luci… tutto mi fa sentire a disagio…Passeggio per le vie deserte (pur essendo sabato sera, pur essendo una città universitaria!), osservo le figure degli edifici tipici delle gilde recuperati dopo la guerra – lo si capisce dal colore delle pietre con cui sono stati ricostruiti… l’atmosfera che filtra dalle vetrate appannate dei locali ancora aperti rende le strade qua fuori ancora più vuote… dopo una settimana con nuovi amici, dopo le ultime serate a Gottinga, mi ritrovo a camminare da solo… e pure il vento gelido sembra scuotere il mio stato d’animo e trasportarlo lontano… da una finestra sulla strada esce un fascio di luce: mi avvicino… è un panificio, o qualcosa di simile!! Attraverso il vetro osservo due ragazzi vestiti di tutto punto indaffarati al loro lavoro… sembra quasi una scena di altri tempi, un lavoro dal passato e senza tempo… ed all’improvviso mi sento un po’ più vicino a casa… un soffio caldo al cuore…Domenica mattina… entro nella grande cattedrale che stanno celebrando la messa… osservo attraverso la navata laterale e… un’immagine che difficilmente potevo immaginare!! Un coro di voci bianche rompe il silenzio… i ragazzi vestiti di una tunica rossa, guidati da un “maestro cantore” anch’egli vestito di rosso, seguono un cerimoniale che si perde nella tradizione… la luce che filtra attraverso le ampie finestre, si riflette all’interno creando un’atmosfera palpabile, colora le melodie intonate con tanta delicatezza… le note dell’organo risuonano ampie e rotonde, rimbombano tra le ampie arcate e le effigi scolpite nella pietra millenaria… Mi volto e… incrocio lo sguardo di una signora anziana… è uno sguardo buono, mi ricorda quello della mia nonna… Mi sorride e si avvicina ad un altare laterale… accende una candela e si ferma ad osservare la sacra Immagine dinanzi a lei… Sì, mi viene in mente proprio la mia nonna… il suo passo cadenzato, i vestiti, le storie di una vita che mi raccontava ogni volta… il ricordo d’affetto che ho sempre nutrito per lei…Esco e percorro le vie della cittadella, ancora una volta svuotate di quasi qualsiasi presenza… ma lo sguardo di questa mattina è diverso, più sereno rispetto la sera precedente… costeggio il laghetto a ridosso della città, mi dirigo verso la stazione e, stanco, riprendo la strada verso casa…