Le immagini scorrono sul televisore, sempre le stesse ormai… per pochi minuti… Tuniche rosse mescolate tra la folla, il coraggio di chi scende per strada a mani vuote si perde nel silenzio assordante che oggi, in Tibet, così come altrove, così come in altri tempi, avvolge persone senza nome destinate ad essere dimenticate… cancellate dalla storia, come fosse un colpo di spugna, come pulire una lavagna in cui i numeri non contano… ancora, destinati all’isolamento, all’indifferenza, alla nostra assuefazione alla crudeltà umana… persone che spariranno nelle tenebre di una cella, nel dolore della tortura, in umiliazioni che nemmeno siamo capaci di immaginare, così distanti… così fortunati… e poi, a distanza di mesi, appariranno alcune foto… arti spezzati, corpi senza vita mutilati… sfuggiti all’intento di nascondere, alla negazione che tutto questo possa essere accaduto ancora una volta… forse qualche sito di qualche organizzazione continuerà ad aggiornare le proprie pagine, se fortunati in inglese, per non tacere… Come in Birmania alcuni mesi fa? Come nei Balcani, nel cuore dell’Europa? Come ovunque nel mondo, a volte senza neanche che ne veniamo a conoscenza? Un ultimatum scaduto… le luci si spengono e noi ci voltiamo da un’altra parte…Chiudo gli occhi un attimo e rivedo una foto famosa… una figura umana in piazza Tian an men, immobile davanti ad una colonna di carri armati… era il 1989, quasi venti anni fa… allora non sapevo nemmeno da dove venisse una simile foto, la immaginavo memoria di un fatto accaduto molto tempo prima… non conoscevo la Storia…Nutro una grande ammirazione per questi Invisibili… ne invidio il coraggio, perché onestamente non so dire io di cosa sarei capace… non so cosa poter fare ora, seduto qui, mentre leggo pagine di giornale o ascolto un servizio di un paio di minuti al telegiornale… e mi sento così piccolo...
Post N° 32
Le immagini scorrono sul televisore, sempre le stesse ormai… per pochi minuti… Tuniche rosse mescolate tra la folla, il coraggio di chi scende per strada a mani vuote si perde nel silenzio assordante che oggi, in Tibet, così come altrove, così come in altri tempi, avvolge persone senza nome destinate ad essere dimenticate… cancellate dalla storia, come fosse un colpo di spugna, come pulire una lavagna in cui i numeri non contano… ancora, destinati all’isolamento, all’indifferenza, alla nostra assuefazione alla crudeltà umana… persone che spariranno nelle tenebre di una cella, nel dolore della tortura, in umiliazioni che nemmeno siamo capaci di immaginare, così distanti… così fortunati… e poi, a distanza di mesi, appariranno alcune foto… arti spezzati, corpi senza vita mutilati… sfuggiti all’intento di nascondere, alla negazione che tutto questo possa essere accaduto ancora una volta… forse qualche sito di qualche organizzazione continuerà ad aggiornare le proprie pagine, se fortunati in inglese, per non tacere… Come in Birmania alcuni mesi fa? Come nei Balcani, nel cuore dell’Europa? Come ovunque nel mondo, a volte senza neanche che ne veniamo a conoscenza? Un ultimatum scaduto… le luci si spengono e noi ci voltiamo da un’altra parte…Chiudo gli occhi un attimo e rivedo una foto famosa… una figura umana in piazza Tian an men, immobile davanti ad una colonna di carri armati… era il 1989, quasi venti anni fa… allora non sapevo nemmeno da dove venisse una simile foto, la immaginavo memoria di un fatto accaduto molto tempo prima… non conoscevo la Storia…Nutro una grande ammirazione per questi Invisibili… ne invidio il coraggio, perché onestamente non so dire io di cosa sarei capace… non so cosa poter fare ora, seduto qui, mentre leggo pagine di giornale o ascolto un servizio di un paio di minuti al telegiornale… e mi sento così piccolo...