Enodas

Post N° 37


Pensavo in questi giorni che già son due anni che mi son laureato... pensavo a dove mi trovavo due anni dopo esatti... nel cuore di Londra a mescolarmi per caso tra le ali di folla divise su temi tanto importanti... pensavo a cosa è cambiato, a cosa è successo in questo tempo, a dove mi trovo, come, perchè senza che neanche io sappia bene cosa sia accaduto, perchè abbia intrapreso una strada che ero sicuro non avrei percorso... per realizzare che in realtà è stato solo un battito di ciglia, il tempo di un respiro, e molte cose appartengono al passato...Pensavo alla mia università, ai brutti ricordi che mi legano a quegli anni che mi hanno fatto odiare la mia scelta... non riesco a dimenticare l'arroganza gratuita, le offese, il comportamento vigliacco e sprezzante di chi occupava una posizione che richiedeva invece ben altre qualità... e la rabbia di non poter reagire, perchè la ragione consigliava di tenere un altro profilo... perchè alla fine contava uscirne con l'orgoglio di sapere di aver dato il massimo, senza piegarsi, di aver saputo portare a termine un impegno con dignità... Ma la verità è che nei miei occhi rimangono anni bui, specie gli ultimi due... perchè agli atteggiamenti degli altri ho resistito con fierezza, ma dentro di me ne soffrivo infinitamente, e vedevo le mie paure, la mia insicurezza, la mia incapacità di mostrarmi crescere fuori controllo... tutti questi aspetti del mio carattere che sono stati acuiti, ancora non riesco a controllarli...E alla fine, liberato da un peso, ho visto attorno a me un deserto... ho visto che nel frattempo intorno a me ognuno aveva percorso i suoi passi... e risvegliato da un incubo, ero spaesato, avevo l'impressione di non avere vissuto... perso nella routine, nell'ansia di montagne che apparivano tanto impervie da scalare, che erano ormai diventate la mia priorità... nella pazza scelta di essere pendolare, ogni giorno, perchè non volevo pesare, non mi sembrava giusto... rivedo i viaggi interminabili in treno, la stanchezza cronica la mattina, gli occhi sbarrati la sera, ed i tortuosi percorsi nell'ansia di un esame da fare e rifare...Non so dire quanto avrei voluto avere allora una persona importante accanto... forse mi avrebbe fatto vivere molti manieri in maniera diversa... o forse qualcosa di importante sarebbe andato distrutto... perchè so che in alcuni istanti ho davvero sfiorato il baratro, l'ho sentito dentro di me, vedevo che le mie energie erano esaurite... perchè anche con le persone più vicine era uno scontro, un'incomprensione continua... perchè era panico e stato d'animo di solitudine... E alla fine la soddisfazione conta, certo, ma fino ad un certo punto, perchè ci sono dei momenti che son difficili da smaltire, ci sono altre amarezze che ancora si fanno sentire... Ma ricordo ogni istante di quella giornata, così come dei giorni precedenti... penso al violino trovato il giorno prima, che tanto ero teso da non riuscire a suonarlo... perchè anche questo lo rende così prezioso ai miei occhi, così indissolubilmente legato al mio animo... e poi, il viaggio in treno la mattina prestissimo, seduto da solo in un altro scompartimento del treno... penso agli sguardi ed alle mille sensazioni di quella giornata interminabile... ed infine a quando la sera tardi ho lasciato che i miei genitori leggessero i ringraziamenti sulla tesi... perchè almeno l'ultimo ricordo che ho, che sono riuscito a creare, è un ricordo bello...