a volte penso e dico DIo non è stato buono, perchè lo ha preso, c'era ben altro da portare via ne avevo bisogno, volevo che rimanesse ancora tra noi, desideravo continuasse a respirare a ridere, a bere la solita birretta della staffa che immancabilmente iniziava alle 11 di notte e finiva alle due del mattino con quella staffa diventata ormai un cavallo. poi penso no, Dio non puo essere cattivo qualsiasi cosa si sia fatta non puo essere cattivo anche se cattivo lo è stato. il solito disegno a noi incomprensibile di cattolica interpretazione, non mi soddisfa. poi arriva l'animo accondiscendente e mi dico di guardare il lato opposto al dolore e penso alla fortuna d'averti conosciuto alla fortuna di aver passato serate insieme a te, feste, discussioni, litigi, incontri, risate, bevute, arrostite, le lumachine, i lumaconi col parmigiano, la pizza gelida, il mirto rigidamente bianco, la sambuca solo con la mosca ci sei stato per poco un poco che vale tanto perchè ancora mi manchi ed il 28 giugno saranno 3 anni ed io sono ancora qui, noi siamo ancora qui tui sei ancora qui
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Post n°6 pubblicato il 08 Marzo 2012 da ccarlito
non è finita, ancora è difficile respirare libero non pensare non è la soluzione è solo un rimedio per nascondere il vuoto ovvietà: le persone si apprezzano quando mancano.... non è un ovvietà, ti vengono alla mente le cose che avresti voluto dirgli, quelle che non vorresti mai avergli detto, quello che avresti potuto fare..... cosa avrei potuto fare oltre a cercarti come un matto per tre giorni? come avrei potuto mai capire cosa ti passava per la testa, come avrei potuto essere li e fermarti la mano.... come posso oggi continuare? serotonina? no, non non mi arrendo, tu ti sei arreso e non mi hai detto perchè, e forse un perchè davvero non c'era, un perchè non l'avevi, non hai visto il 99% delle cose belle che ti circondavano e ti sei fatto violentare dall'uno % di merda che ci gira intorno. due neuroni in corto, quattro sinapsi fuse, questo ti ha portato via non mi hai neppure dato modo di guardarti per l'ultimo saluto nell'aria la voce della tromba che non hai sentito avvolto nel legno e dalla bandiera addio amico mio era il 28 giugno, era tempo di pulire le griglie ed affilare i coltelli non era certo tempo di morire
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Post n°5 pubblicato il 06 Giugno 2011 da ccarlito
ma le cose cambiano? quante volte me lo sono chiesto, e quante volte mi sono dato una non risposta. ed invece le cose cambiano, meno di quanto vorremmo ma più di quanto riusciamo a realizzare. e si, le cose cambiano, anche i dolori cambiano, perdono smalto, acutezza, ma ti impregnano le viscere, sempre più profondi, meno preseni, ma pronti a venir fuori quando non li aspetti, mentre bevi una birra, e risenti la sua risata, mentrefinisci una pizza e ricordi che lui era l'ultimo a finirla, quella funghi e panna che si ghiacciava sotto il suo masticare lento, pedante. sono quasi due anni che non ci sei più, l'ultima volta era il 3 di luglio, riverso su quel campo, solo, al sole di una estate calda, tra gli spari dei cannoncini per le vigne, in un campo incolto coperto dal fieno secco. solo, perchè solo sei voluto stare perchè soli ci hai voluto lasciare, ma davvero ci volevi lasciare soli? questa vita non ti ha meritato, starai mettendo ordine lassù, non smettere di pensare a noi, non ti dimenticherò mai. |
ormai è quasi un anno, vivo l'oggi senza pensare a ieri, meglio per cercare di non pensare a ieri ed a te, alla trua scellerata scelta, alla tua incompresa follia di un momento, dolorosa follia, nello straziante silenzio di un campo incolto, coperto di erbacce seccate dal sole di fine giugno. ogni tanto uno sparo di uno scaccia passeri automatico, l'urlo di un gabbiano, e tanto caldo, davvero insopportabile quella domenica. ed io che con i miei amici arrostivo della carne prorpio mentre decidevi di arrenderti, di non lottare, e di lasciare a noi rimasti la tua battaglia, la tua guerra, che non abbiamo vinto e che non abbiamo perso, ma che abbiamo combattuto inutilmente una cecenia di noialtri, senza vincitiri, senza vinti, ma con tantissimi feriti. amico mio, compare, mi manchi, scrivo, scrivo e piango, scrivo e smetto di piangere, scrivo e lotto, non mollo caro mio, anche se le notti sono lunghe, dure, cattive, a volte spaventose, ma so che è nulla a confronto del vortice che ti ha portato via, ma so che è nulla rispetto a quel maledetto campo incolto tra mandorli sbilenchi e rachitici, e ciuffi di vilissima gramigna, quella che mi hai seminato in animo e che si è radicata nel mio petto e che a volte non mi fa respirare, vorrei pterti abbracciare, chiederti come stai, resistere alla voglia di chiederti perchè. ciao amico mio |
Post n°3 pubblicato il 10 Maggio 2010 da ccarlito
andiamo avanti, così ripete l'analista, mentre prova a convincermi di prendere della serotonina. fosse facile, accettare di aver bisogno è il primo passo, ed il secondo ................... prendi la serotonina. non va bene. nessuno sa cosa vuol dire davvero la serotonina? nessuno mi dice come si vince l'angoscia di prendere una pastiglia che non è per il mal di denti? e come si vince la paura di assumere medicine per una malattia che non da febbre, non si vede, ti dicono che ne soffri, stai male, ma non ci credi, chissà |