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« i nostri progenitori era...la dieta senza muco »

luomo nasce fruttariano

Post n°22 pubblicato il 07 Agosto 2011 da Enric66

Dopo due settimane di accese discussioni, l'articolo sul Fruttismo sembra aver portato alla luce alcuni punti chiave per comprendere meglio il complesso mondo dell' Alimentazione&Salute e non solo.
L'intenzionale tono provocatorio dell'articolo ha smosso gli animi di ognuno nel profondo facendo emergere uno scenario interessante: da una parte i commenti sono stati per lo più contro la tesi fruttariana, ma dall'altro la condivisione di più di 570 persone su Facebook rende l'idea di quanto il tema sia invece tenuto in grande considerazione da molti.

Tra i tanti commenti, ce n'è stato uno che ha meritato la mia attenzione (ringrazio l'utente Cibernoid), nel riportare la definizione di Bergson di instinto e intelletto:

- l’istinto è la capacità innata di servirsi di strumenti organizzati forniti dalla natura (come gli organi del corpo). È un atto incosciente (che non prevede scelta), vissuto, rivolto a un dato oggetto in modo immediato. L’istinto è proprio degli animali.

- l’intelligenza è invece la capacità di costruire strumenti artificiali per supplire alla insufficienza di quelli naturali. È un atto sempre cosciente (quindi soggetto a diverse possibilità di scelta) e astratto, non rivolto a un dato oggetto. L’intelligenza è propria degli uomini.

Domanda:
L'alimentazione è un fatto intelligente o istintivo?

Ovvero, per stabilire se una cosa è cibo userò i miei sensi (in questo caso olfatto e gusto, come strumenti messi a disposizione dalla natura) oppure l'intelligenza (andrò a vedere col microscopio quali sono le cellule che compongono una determinata sostanza alla ricerca di cellule simili a quelle di cui sono composto).

Ciò che è emerso con maggior nettezza è proprio l'uso di questi due distinti modelli di pensiero.

Chi condivide, in toto o in parte, la tesi fruttariana ha un approccio più istintivo alla vita, mentre chi la rifiuta ha un approccio maggiormente intellettivo.

I primi ragionano su un modello di alimentazione basato sui propri sensi, sulla propria esperienza diretta, con l'osservazione delle reazioni dell'organismo ai diversi cibi, con schemi alimentari variabili nella quantità e nel tempo.

I secondi si basano su quanto la scienza accademica ha scoperto e divulgato, su tabelle che danno linee di massima da interpretare e seguire, e sulla figura di un esperto qualificato (medico, nutrizionista, etc).

E' importante comprendere questa differenza perché è ciò che può portarci a litigare con i nostri parenti e amici oppure diventare per loro dei punti di riferimento.

Se siamo dei tipi istintivi, è poco utile parlare per ore della nostra esperienza e di quanto stiamo bene perché non avranno orecchie per noi.

Forse meglio addentrarci maggiormente su concetti come le Calorie dimostrando l'infondatezza di questa teoria, l'effetto Kervran (spiegato più avanti nell'articolo) e di come sarà la chiave per il futuro, sui danni specifici che la carne (o i cereali) provocano nel nostro organismo.

Possiamo anche provare a ribaltare la frittata invitandoli a spiegare perché, secondo loro, le persone che hanno un'alimentazione fruttariana godono di ottima salute e soprattutto di una vitalità ed energia maggiore.

Oltre questa prima differenza d'approccio, ve n'è un'altra anch'essa molto significativa.

Le persone maggiormente legate alla scienza moderna sposano in pieno la teoria di Pasteur, nell'individuare nei germi patogeni i responsabili di molte malattie. Malattie quindi che una corretta alimentazione può aiutare a prevenire ma non certo a scongiurare.

Al fronte opposto, c'è chi vede nell'alimentazione la fonte principale di quasi tutte le malattie: i germi non sarebbero altro che spazzini-collaboratori in grado di ripulire il corpo dalle sostanze estranee derivate da cibi non appropriati. Una simbiosi totale che durerebbe da millenni. La malattia è vista come la manifestazione dello sforzo in atto per pulirsi, ripararsi e rigenerarsi in maniera autonoma del corpo.

Negli oltre 900 commenti, è emersa anche una notizia interessante.
Per giustificare la mancata assunzione di vitamina B12, è stato chiamato in causa lo scienziato francese Corantin Louis Kervran, che dimostrò la capacità degli esseri viventi di modificare gli elementi (lui definisce questo processo "trasmutazione biologioca"). Dai suoi esperimenti, replicati anche da altri suoi contemporanei o condotti in maniera parallela anche da altri studiosi ( J.F. Zundel, Vauquelin, Von Herzeele), si evinceva il fatto che attraverso i giusti catalizzatori, vi è effettivamente la possibilità di trasformare gli elementi atomici.
Questo effetto, chiamato in suo onore effetto Kervran, sarebbe alla base della fusione fredda di Fleischmann-Pons e del reattore di Rossi, l'e-cat.

Dai commenti all'articolo: l'effetto Kervran esiste davvero e ha funzionato con Potassio (Numero atomico 19), Calcio (20), Magnesio (12) negli esperimenti condotti dallo stesso Kervran (e non solo); se ha funzionato con il reattore di Rossi che utilizza il Nichel (28) che viene trasformato in Rame (29); se può essere la base della fusione fredda di Fleishmann-Pons che hanno usato il Palladio (46)…

Il filone scientifico, pur non negando a priori tale effetto, ritiene che non essendoci studi comprovati sulla possibilità che il Ferro (numero atomico 26) possa venire trasmutato in Cobalto (27) che è l'elemento chiave della vit. B12, non possa essere portata come prova.

Il dibattito perciò si arena sul solito scoglio venendo a mancare le basi comuni per il ragionamento: chi vuole le dimostrazioni scientifiche e chi non crede in quella scienza che spesso ha dimostrato di essere dogmatica verso le persone comuni e molto gentile con i suoi finanziatori; scienziati considerati di primo o second'ordine in base al ritorno economico dei loro risultati.

Non sono stati raggiunti dei risultati definitivi quindi, ma quel che è certo è che grazie al dialogo, allo studio e alla voglia di comprendere il mondo che sicuramente contraddistingue entrambe le parti, tutte le persone interessate al tema della salute possano giovare di molte informazioni che spesso sono difficili da reperire o comprendere.

E questo non è poco.

 

 

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