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i nostri progenitori erano fruttariani.

Post n°20 pubblicato il 27 Giugno 2011 da Enric66


Sarò diretto e sintetico: per sua natura, l'essere umano è fruttariano.

Nessuno sa quando e perché abbia iniziato a cuocere i cibi; non esistono Darwin o Sitchin che abbiano mai dato una risposta soddisfacente al quesito ma ciò che è certo, è che il sistema digerente dell'uomo è progettato per cibarsi di cibi crudi come qualsiasi altro essere vivente: gli animali che vivono allo stato brado non cucinano né alterano in alcun modo il proprio cibo.

Per motivi di sopravvivenza o per ritualità verso gli spiriti, o forse ancora per venerazione di esseri “superiori”, l'umanità ha iniziato a cuocere i cibi fino a costruirci sopra un'intera cultura, affascinante e ingannevole allo stesso tempo.

Affascina perché stimola il corpo, coccola e appaga la mente e crea un momento sociale importante; inganna perché altera i sensi fisici, superando le barriere chimiche naturali che sono progettate per il cibo crudo, e crea un'àncora mentale come se fosse un “premio” con il quale appagare le tensioni emotive.

Prima di tutto chiariamo la definizione. Le categorie alimentari in cui sono divisi gli animali, servono sicuramente per facilitare alcuni aspetti di comprensione ma indubbiamente complicano le cose a chi conosce poco la materia. Un erbivoro, ad esempio, non è un vegetariano, perché mangia anche piccoli animali: credete che una mucca o un cervo puliscano le foglie che stanno mangiando dalle coccinelle che vi sono appoggiate sotto o dalle formiche che vi passano sopra?

Questo significa che per quanto il loro cibo ideale, ovvero il cibo su cui l'apparato digerente è stato progettato (dalla natura o da Dio non si sa), sia l'erba, la natura li ha dotati di organi per digerire di tutto.

Ma cosa succederebbe se invertissimo per proporzioni, ovvero dessimo alla mucca più cibo animale che vegetale? L'abbiamo chiamata mucca pazza.

Allo stesso modo, dire che l'essere umano è fruttariano, ...


... significa dire che l'apparato digerente è progettato per la frutta con la possibilità di smaltire piccole quantità di sostanze estranee.

Allontanarsi dal cibo ideale sovraccarica degli organi digestivi più del dovuto, generando un disturbo o una malattia acuta. Se persiste questo tipo di alimentazione si arriva ad una condizione patologica con un intero metabolismo alterato.

L'uomo moderno, e soprattutto quello occidentale, sta pagando a caro prezzo questo tipo di dieta: aumento di allergie, aumento di malattie di tutti i tipi compreso il cancro, vecchiaia farmaco-dipendente, morte prematura.

Chiarito il significato di “fruttariano”, vediamo una sintesi di alcuni punti importanti per comprendere quanto ci siamo allontanati dalla nostra alimentazione primordiale.

1- L'aspetto esteriore

Il corpo umano si presenta con una muscolatura piuttosto debole, senza artigli, lento nella corsa e senza zanne o denti aguzzi. E' invece un abile manipolatore e arrampicatore. Difficile pensare che quindi possa essere un predatore per cacciare animali e mangiarne la carne. In maniera intuitiva chiunque lo metterebbe tra le prede e non tra i predatori.

2- L'aspetto interiore

Saliva poco acida, grandezza dello stomaco come il pugno, intestino di lunghezza media. Questo assetto non è adatto né per la carne (cruda) per cui ci sarebbe bisogno di maggiore acidità, né per tutti i tipi di erba, poiché non abbiamo la chimica adatta per demolire molecole troppo resistenti e complesse.

3- Le necessità

In natura c'è bisogno di correre per scappare da un pericolo anche all'improvviso. Essere sazi fino a generare sonnolenza è un'assurdità. Infatti i cibi crudi saziano già in bocca e la sensazione di fame cessa quando lo stomaco non è ancora pieno, e in questo modo il corpo rimane sempre attivo pur alimentandosi. La cottura, il sale, l'olio e altri condimenti della dieta moderna, ingannano la bocca e la sensazione di sazietà arriva quando lo stomaco è pieno. L'unico cibo che l'uomo è in grado di mangiar crudo è la frutta e poche varietà di vegetali.

4- La taratura dei sensi

Gli occhi sono tarati per percepire una piccola gamma di luce e in essa riescono a riconoscere maggiori sfumature di verde (parte centrale dello spettro) rispetto che al rosso o al violetto (parti estreme). Nella bocca risiedono il senso del gusto (dolce, salato, acido e amaro) e del tatto (densità, tannicità, viscosità), mentre nel naso la percezione degli aromi che ci permettono di distinguere i vari cibi, e che li lega come nessun altro senso alla memoria e alle emozioni. La frutta è il cibo di cui riusciamo a distinguere maggiori sfumature, che ci danno un senso di pienezza e soddisfazione: un'autentica esplosione di gusto. I vegetali lo fanno in misura minore. Al contrario, i cereali e i semi sono sgradevoli o poco saporiti, non appetibili. La carne o il pesce sono quasi privi di gusto e, al contrario, sprigionano una serie di odori che un naso genuino riconoscerebbe subito come cadaverici o marcescenti.

5- La pulizia

Una digestione perfetta termina con l'espulsione totale dei rifiuti perfettamente compatti e che lasci l'ano perfettamente pulito perché, ovviamente, in natura non esiste l'albero della carta igienica. Nell'uomo questo avviene solamente con una dieta esclusiva di frutta.

6- La vitalità

Se una dieta appesantisce, crea sonnolenza e stanchezza, gonfia i tessuti e gli organi, crea muco eccessivo e abbassa la vitalità, non può essere una dieta ideale.

7- L'indole

Una essere umano che ha fame e si trovasse di fronte ad un frutto, una spiga di grano o un cervo, sceglierà la via più semplice e soddisfacente. Raccoglierebbe facilmente e velocemente il frutto e lo gusterebbe in tutta serenità, mentre non si metterebbe mai a lottare contro un cervo con i rischi che ne seguono né sgranocchierebbe con gusto una spiga appena colta. Nascendo in tali condizioni, gli uomini sarebbero un gruppo pacifico perché la violenza verso gli animali non avrebbe senso di esistere.

Menzione a parte per il latte e i latticini.

Infatti non esistono i lattivori: tutti i mammiferi mangiano latte esclusivamente in fase neonatale e della propria specie. Mangiar formaggi è una cosa unica e innaturale che solo l'uomo ha deciso di fare.

Questa è la realtà della natura umana.

Purtroppo tutto questo è stato assoggettato all'artificio e alla sofisticazione.

Per cacciare, ad esempio, l'uomo non può farlo basandosi esclusivamente sulle proprie abilità e forza perciò ha bisogno di strumenti (coltelli, archi) o di costruire trappole. Operazione, tra l'altro, non priva di rischi, visto che potrebbe essere predato o farsi male.

Ha usato il calore per alterare la composizione dei cibi per abbassare la tossicità (carne, pesce, funghi); usa la stagionatura per far sviluppare microbi che pre-digeriscano sostanze eccessivamente nocive o preservino dalla naturale putrefazione (carne, formaggi); altera e copre i sapori sgradevoli (pasta, carne, formaggi).

L'allontanamento, volontario o meno, dal cibo ideale, ha generato la malattia. Essa, infatti, è la manifestazione dolorosa e fastidiosa che il corpo ci da quando cerca di pulirsi e auto-ripararsi e non è mai generata da virus o batteri. Essi, al contrario, sono microorganismi che da milioni di anni, fungono da spazzini naturali delle scorie. Ma questa è un'altra storia.

Le persone che si alimentano di sola frutta non si ammalano, sono vitali, dormono di meno ma in modo più rigenerante, ed hanno una lista farcita di vantaggi cui sono andati incontro: cessazione dei dolori mestruali, organi perfettamente funzionali, ringiovanimento della pelle, serenità mentale, etc. Ci sono tantissime testimonianze reperibili facilmente su internet.

Discorso importante sull'acqua.

La frutta è composta principalmente di acqua. Le piante la filtrano dal terreno e mangiare un frutto è come bere anche se non vi sono ruscelli nelle vicinanze. E' un'assurdità pensare che si debba vivere bevendo acqua per tot litri al giorno perché questo sarebbe incompatibile coi spostamenti migratori o con la vita in zone o periodi privi di acqua.

I “fruttariani” non bevono mai, sudano pochissimo anche sotto sforzo o sotto il sole cocente e ciononostante sono sempre perfettamente idratati. Con la dieta moderna, al contrario, è quasi d'obbligo bere molto perché la mole di rifiuti che si riversa nel sangue porterebbe ad una concentrazione eccessiva di veleni.

Noi siamo quello che mangiamo, diceva Ippocrate.

Silvio Sciurba (Silver)

PER APPROFONDIRE: il sito di FRUTTALIA

 
 
 

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Post n°18 pubblicato il 24 Maggio 2011 da Enric66

 

I nostri progenitori fruttariani

Prof. Armando D'Elia

Ago 20 |11:59

Ultimo aggiornamento Domenica 29 Agosto 2010 10:24

Prof. Armando D'Elia
Naturalista, chimico, studioso di dietetica vegetariana

Per una corretta comprensione dell'argomento di questa relazione occorre fare uno sforzo su sé stessi: si devono, cioè, lasciare da parte tutte le teorie e le ipotesi sull'alimentazione dell'uomo preistorico che grosse forze economiche ed una scienza asservita al potere e al profitto hanno cercato di farci accettare a tutela di determinati interessi.

Si deve invece cercare di dare risposte soddisfacentemente accettabili agli interrogativi che certamente suscita tale tema, utilizzando il buon senso, la logica elementare e i nostri orientamenti istintivi: sono, questi, tre semplici ma potenti strumenti di indagine di cui tutti disponiamo e che dobbiamo rivalutare ed usare con determinazione.

Occorre partire da un dato di fatto incontestabile: i nostri antichi progenitori non erano carnivori, non erano erbivori, non erano onnivori, erano semplicemente dei fruttariani e lo furono per moltissimi anni, i primi della loro esistenza. Essi, non ancora bipedi, vivevano sugli alberi della foresta, che dava loro l'unico cibo al quale la specie umana è biologicamente adatta, cioè la frutta succosa e dolce, che ancora oggi istintivamente appetiamo e cerchiamo da piccoli finché conserviamo i nostri sani istinti alimentari.

Quindi noi tuttora nasciamo fruttariani, non ci sono dubbi, non ce ne possono essere, da bambini desideriamo e rubiamo la frutta, non la carne, non la verdura, essendo attirati unicamente dal cibo più confacente alla nostra struttura fisiopsichica e quindi nutrizionalmente ottimale, come l'anatomia comparata, la fisiologia comparata ed altre discipline scientifiche comprovano.

Indubbiamente, per ogni specie animale esiste un cibo adatto, più di qualsiasi altro, a quella specie e la frutta succosa e dolce è, appunto il cibo più adatto naturalmente alla specie umana.

Scientificamente questo è spiegabile facilmente dato che esiste una stretta relazione, profonda ed atavica, tra un certo tipo di alimento e la struttura anatomo-funzionale del corpo che di esso si nutre; tale relazione costituisce garanzia di conservazione e di salute per quell'organismo, il quale, pertanto, è, ovviamente, attratto "istintivamente" da quello specifico alimento. Quell'organismo è, in conclusione, predisposto, per legge naturale, in modo ottimale, alla ingestione e alla digestione di quell'alimento soprattutto e più di ogni altro alimento.

La terminologia è importante; deve essere quanto più possibile esatta, per evitare confusioni, errori di valutazione, interpretazioni fuorvianti, conclusioni sbagliate. Detto questo, ecco che sorge qui la necessità di fare chiarezza sulla differenza tra "fruttivoro" e "fruttariano" e tra "fruttivorismo" e "fruttarismo".

Il termine "fruttivorismo" indica un generico "mangiar frutta"; pertanto "fruttivoro" è "chi mangia frutta". Orbene, se pensiamo che esistono popoli che non conoscono l'uso alimentare della carne e dell'olio, o del pane, o del latte non umano, ma che (significativamente!) non esiste alcun popolo che ignori la frutta come alimento, allora TUTTI gli abitanti della Terra si potrebbero qualificare "fruttivori", anche se assieme alla frutta mangiano altro? Certamente.

Ma quei fruttivori che sono finalmente riusciti ad individuare nella frutta il proprio UNICO e duraturo alimento, ripristinando felicemente l'alimentazione naturale dei nostri antenati, sono dei fruttivori particolari che occorre distinguere dagli altri fruttivori chiamandoli "fruttariani" e chiamando "fruttarismo" il modello alimentare da loro raggiunto. Non sarebbe errato quindi dire che i fruttariani sono dei "fruttivori fruttariani".

In conclusione, tutti i fruttivori e quindi indistintamente tutti gli uomini della Terra sono potenzialmente dei futuri fruttariani in quanto tutti inevitabilmente, più o meno tardi e più o meno velocemente, approderanno (questo è il vero progresso!) al fruttarismo, ambita meta di tutta l'umanità, impegnata ormai nel lungo viaggio di ritomo alla alimentazione naturale, che ha intrapreso molti millenni fa.

È, questo, un viaggio lunghissimo, ma che verrebbe enormemente accelerato se da bambini fossimo lasciati liberi di crescere nutrendoci solo con la frutta, unico alimento che l'istinto ci suggerisce e che ambiamo mangiare e non fossimo invece soggetti alle pressioni deviatrici dei genitori, di coetanei già viziati, di pediatri che, ignoranti o venduti all'industria, influenzano purtroppo le cure parentali.

Ancora qualche nota di terminologia per affermare che si può validamente usare il termine "frugivoro" quale sinonimo di "fruttariano" (…)
C'è chi, facendo leva sul fatto che FRUGES (latino) significa "frutti", ma significa anche "biade", sostiene, più o meno artatamente, che il termine "frugivoro", se si privilegia tale secondo significato e se ci si riferisce all'uomo, giustifica il ricorso alimentare ai cereali da parte dell'uomo stesso.
Una simile tesi è però scientificamente insostenibile per molti motivi e soprattutto per i seguenti, da tenere sempre presenti:

  1. I cereali danno dei frutti secchi (cariossidi) che, se interi, sono inadatti ad alimentare l'uomo mentre sono adatti, per esempio, a nutrire uccelli granivori, che sono fomiti di un apparato digerente appositamente strutturato per la digestione di questi frutti/semi delle graminacee (famiglia alla quale appartengono i cereali) e ben diverso da quello umano. L'uomo soltanto ricorrendo ad artifici riesce ad utilizzare i cereali: con la MOLITURA e poi con la COTTURA, ricavando alla fine dei prodotti morti, privati, fra l'altro, del corredo vitaminico.

  2. All'uomo si addicono solo i frutti crudi (cioè "vivi"), carnosi e dolci, che costituirono - si ripete - la sua unica fonte di alimentazione nella preistoria e che contengono più o meno la stessa percentuale media di acqua presente nel corpo umano (65%).

  3. La digestione degli amidi dei cereali è particolarmente onerosa in quando a dispendio energetico e alla fine approderà alla formazione terminale di monosaccaridi (cioè zuccheri semplici, come, per esempio, il glucosio) che troviamo già presenti, pronti ad essere assorbiti senza fatica, nella frutta carnosa e dolce. (…)

Poiché questo paragrafo fa parte di un lavoro imperniato sulle proteine nell'alimentazione umana, uno dei punti qualificanti è senza dubbio quello che riguarda le proteine della frutta, che costituirono per millenni l'unico cibo dell'uomo preistorico. L'uomo, però, ad un certo momento del suo passato preistorico divenne carnivoro e la carne, si sa, è un alimento eminentemente proteico, che continua ad essere presente nella comune dieta di gran parte dell'umanità.
Quale abisso tra l'uomo preistorico fruttariano testé descritto e l'attuale uomo carnivoro! Perché l'uomo divenne carnivoro! Cerchiamo di rispondere a questo inquietante interrogativo.

 
 
 

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Post n°16 pubblicato il 24 Maggio 2011 da Enric66

La vitamina C salva un uomo con una forma di polmonite virale dato per morto dai medici dell'ospedale

Traduzione e Fonte: Corrado Penna - Scienza Marcia

La storia di Allan Smith, un documentario televisivo dalla Nuova Zelanda.
Traduzione dell'articolo Vitamin C Saves Life of Man Dying of Viral Pneumonia del dottor Jeffrey Dach.

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Allan Smith, un fattore della Nuova Zelanda, ha contratto l'influenza suina mentre era in vacanza alle isole Fiji. Quando è tornato a casa l'influenza è rapidamente evoluta in una grave forma di polmonite che lo ha ridotto in uno stato di coma, e lo ha fatto ricoverare all'ospedale nel reparto di unità intensiva. L'esame ai raggi x del petto mostrava i polmoni completamente riempiti di liquido con una macchia opaca chiamata "bianchetto".

Dopo tre settimane in queste condizioni, i dottori di Allan hanno chiesto alla famiglia il permesso di spegnere le macchine [che lo tenevano in vita] e lasciarlo morire. La moglie di Allan, Sonia, aveva un fratello con qualche conoscenza di medicina il quale è intervenuto dicendo "non avete provato tutto, dovete provare con alte dosi di Vitamina C IV per Allan". All'inizio i dottori hanno opposto resistenza, affermando che fosse inutile [inutile? ma se lo davate per morto perché opporsi ad un ultimo tentativo? cosa ci perdevate? - N.d.T.]. In seguito i tre fratelli intervennero con un argomento persuasivo per provare la Vitamina C IV, dicendo che non c'era nulla da perdere.


 
 
 

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Post n°15 pubblicato il 24 Maggio 2011 da Enric66

Influenza stagionale 2010
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Influenza stagionale

A cura del dottor Eugenio Serravalle - 2 novembre 2010

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La discussione sulla vaccinazione contro l'influenzale stagionale (che conterrà, oltre all' H3N2 A/Perth e B/Brisbane, il famoso A/H1N1) riprende dall'insuccesso della campagna vaccinale dello scorso anno contro l'influenza pandemica, rifiutata da pazienti e medici. e dai dubbi e le polemiche sulla sicurezza e l'efficacia della vaccinazione. In queste settimane abbiamo appreso che la Finlandia ha bloccato la somministrazione del vaccino H1N1 nel timore di una relazione tra il vaccino e l'aumento dei casi di narcolessia (il 300% negli ultimi sei mesi tra bambini e giovani).

Anche in Svezia l'Agenzia Nazionale per i farmaci, dopo aver ricevuto numerose segnalazioni di casi di narcolessia che si sospettano legati alle vaccinazioni, ha informato l'Agenzia Europea per la Medicina (EMA). Un Comitato di vigilanza indagherà sul possibile rapporto causale, dopo analoghe segnalazioni provenienti da altri paesi europei, quali Norvegia, Francia e Germania. La pandemia ha di sicuro mietuto una vittima: la credibilità della stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha subito un serio contraccolpo, dopo la pubblicazione del Rapporto approvato dalla Commissione Salute dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa. Le accuse sono l' aver scatenato un allarme eccessivo sotto le pressioni delle case farmaceutiche, inducendo i governi a far fronte a una pandemia niente affatto pericolosa con l'acquisto di dosi massicce di vaccini e di antivirali, e l'esistenza di conflitti di interesse dei membri della commissione di esperti sulla pandemia.

 

 

 
 
 

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Post n°14 pubblicato il 24 Maggio 2011 da Enric66

IL LETALE INGANNO DEL DIABETE
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IL LETALE INGANNO DEL DIABETE

diabete.jpg

Questo articolo vi farà arrabbiare, gli inganni non fanno piacere, soprattutto quando sono preposti a tenerci ammalati a scopo di lucro, pur essendoci la cura. In questo articolo informazioni su cosa è il diffusissimo diabete di tipo 2, quali patologie da origine, la sua storia nascosta al pubblico e soprattutto la cura che lo guarisce senza fallo con il 100% di successi e con la guarigione dalle patologie indotte da tale malattia. L’articolo è un po’ lungo, ma vale la pena di leggerlo, dopodichè diffondete questa conoscenza in quanto utilissima.

Se siete un diabetico il vostro medico non vi dirà mai che è curabile nella maggior parte dei casi, se solo nominate la parola cura probabilmente si irriterà, in quanto la sua preparazione medica contempla solo la parola trattamento, per lui la parola cura non esiste. Il diabete nella sua forma epidemica moderna è curabile da almeno 40 anni. Nel 2001 negli USA sono morti 934.550 per sintomi fuori controllo di tale malattia. Il vostro medico inoltre non vi dirà che un tempo gli infarti, sia ischemici che emorragici, i colpi apoplettici dovuti a neuropatie, gli eventi coronarici sia ischemici che emorragici, obesità, arteriosclerosi, alta pressione, alti livelli di colesterolo e trigliceridi, impotenza, la retinopatia, l’insufficienza renale ed epatica, la sindrome policistica ovarico, alti livelli sanguigni di zucchero, la candidosi sistemica, un compromesso metabolismo dei carboidrati e/o dei grassi, difficoltà di cicatrizzazione, neuropatie periferiche, nonché altrettanti disordini epidemici dei giorni nostri, un tempo venivano spesso considerati niente altro che sintomi del diabete, e curati curando il diabete di tipo 2. Se vi ammalate di diabete e vi affidate al trattamento medico tradizionale prima o poi con il peggioramento della malattia sperimenterete uno o più dei suoi sintomi. Attualmente è prassi comune fare riferimento a tali sintomatologie come fossero affezioni indipendenti e separabili, a cui corrispondono trattamenti separati e non collegati tra di loro, somministrati da specialisti in concorrenza fra di loro.

 

 

 
 
 
 
 

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