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abbiamo fatto l'Italia, adesso dobbiamo fare gli Italiani


Con questa celebre frase di un vecchio di nome Peppino che tutti abbiamo visto sui libri di scuola con la barba bianca, la mantella rossa ed una gamba ferita, voglio aprire il mio blog, in coincidenza con l'inizio del 2007. Non so cosa ci scriverò... è un diario, ma per me il diario è quell'agendina maledetta che acquistavo ogni anno a settembre, e su cui annotavo i compiti che da bravo scolaretto poi eseguivo a casa. La prima cosa che facevo dopo averlo comprato, era andare a mettere la crocetta sul giorno della settimana corrispondente: il classico L M M G V S D. Qualche volta capitava che i fogli si attaccassero perché la carta era nuova, e così il salto di pagina faceva sì che sbagliassi a segnare un intero mese o qualcosa di più. E allora subito ad escogitare il modo per cancellare gli errori o sostituire la sobria X con un altro simbolo strano, qualche geroglifico più appariscente, più calcato, ed accentuato infine da una passata con il prezioso evidenziatore colorato che costava 2000 lire. Che spreco per una stupida distrazione! Sempre che la correzione poi mi soddisfacesse esteticamente, altrimenti bisognava ricorrere alla panacea degli anni '90 nel campo scolastico: il correttore bianco, il cosiddetto “imbianchino” nel gergo dei ragazzi, che i professori definivano invece “la scolorina”, una sostanza che alcuni di essi proibivano, e forse vietano tuttora. I cartolai la spacciavano mediante la classica penna con la sfera di acciaio dentro, a cui tutti ambivano una volta esaurito lo stick, o quando si solidificava la punta e non c'era verso di far uscire il liquido. In questo caso lo studente astuto, versava il contenuto della penna nell'altro tipo di correttore in voga a quei tempi: il flaconcino con il pennello, una copia spudorata dello smalto per unghie. Se non fosse stato per questo motivo, esso non avrebbe tuttavia avuto grande successo perché poco pratico da usare e molto rischioso per l'incolumità di quaderni, astucci, banchi, vestiti e mani. Si è quindi passati al comodissimo roller, credo si chiami così, che in pratica è una nastro trasferibile sul cui vi è un velo di questa sostanza da passare sul luogo dell'incidente, e come per magia, il foglio ritorna bianco, candido e puro come una vergine sulla quale poter infierire nuovamente. Mi sono forse addentrato un po' troppo in dettagli futili, tralasciando il senso che vorrei dare al blog, di cui stavo cercando di parlare. Magari è il primo segnale che potrebbe far cambiare idea al lettore e convincerlo ad impiegare il suo tempo in attività per lui molto più serie e decorose. Ma scendere nei particolari delle cose per me spesso è imprescindibile, perché l'essenza è insita nei luoghi più reconditi, e non sulla superficie. Del resto in un atomo il peso non lo fanno di certo quei 4 elettroni che ronzano intorno al nucleo: senza i protoni, quelle piccole palle non girerebbero di certo! Inoltre soffermarci a questa visione semplicistica mi sembra riduttivo, in quanto anche il protone, come il neurone, contiene a sua volta particelle elementari chiamate Quark. Tutto questo per svelare finalmente al lettore che il nome della trasmissione di Piero Angela non si ispira al verso di una papera. Dovrebbe essere chiaro che quindi proverò a metterci cose della categoria "di tutto un po'", così come mi vengono in mente. Convinto che molte di esse non avranno un senso compiuto, o saranno ai più poco comprensibili, invito da subito quelle poche anime dedite alla lettura del blog, a suggerirmi magari qualche argomento di cui parlare. Si, perché in effetti si tratta di esprimere il mio umile quanto inutile pensiero, che non ha alcuna validità e lascia il tempo che trova, sottolineo autocritico, ma a tutela della mia persona, avviso chiunque che, escluso me medesimo, non è mia intenzione offendere nessuno, ne' lederne l'integrità morale, violarne il diritto intellettuale, e tutte le cavolate della privacy. Forse sto mirando troppo lontano... magari mi ridurrò a metterci immagini glitterate che "fanno tanto bello un blog". Bé, qualcuno si sarà già stancato di queste premesse, ed ha ragione. Magari le puntualizzazioni le farò in seguito se il blog andrà avanti. Questo qualcuno si sarà anche chiesto perché questo titolo sugli italiani... boh? E allora chiarisco subito rivelando la mia "dedizione" all'analisi delle persone. Non intendo però ne' studiare i processi della psiche degli esseri umani con metodo scientifico, ne' i comportamenti di questo meraviglioso animale sociale dal punto di vista antropologico: mi limiterò solo a fare contemporaneamente le due cose, ad analizzare me stesso e tutto quello con cui andrò ad interagire in futuro: il mondo circostante. Niente di più facile...Il buon Garibaldi non immaginava che la sua opera, a distanza di anni, sia ancora ferma come i lavori della SA-RC. Quella bettola a Teano è ancora in piedi, e lì "l'eroe dei due mondi" consegnò fiero le chiavi dell'Italia a interessi zero: una spider da 200 cavalli? no, un semplice gregge di pecore che è stato, è, e sarà probabilmente guidato sempre da cani. Sì, cani, i primi erano di razza, ma strani, perché il collare lo portavano in testa, poi si è deciso che i cani dovevano essere di ogni luogo e tipologia. Alcuni di questi, i più famelici, ci sono ancora, molti avevano le zampette non proprio pulite e sono stati messi nel canile, degli altri si stanno facendo le ossa da qualche annetto. O forse se le stanno mangiando? Ecco perché qualcosa non va... Ai posteri l'ardua sentenza, se immaginiamo che ce ne saranno ancora! Io posso solo dire che forse capisco cosa intendeva dire Giorgio Gaber quando cantava... "io non mi sento italiano". Certo, abbiamo vinto i Mondiali (anche io? anche tu? ma si dai, quando le cose vanno bene siamo tutti vincitori). Il fatto è che siamo Italiani solo quando ci conviene... furbi. Ci sentiamo Italiani nell'arte, ma grazie a uomini che ai tempi loro ce l'avevano una concezione di Italia? Non credo. Poi,in cos'altro abbiamo questo spirito nazionalista? Sicuramente quando dobbiamo pagare le tasse. Quindi quando c'è un evento positivo, abbiamo un Paese in festa, o una Festa in paese...? Bisognerebbe decidere in che ordine vanno le cose e quale direzione prendere, ma la nazione si è divisa a metà, allora siamo destinati ad andare un passo a destra ed uno a sinistra ogni 5 anni, se tutto va bene, perché poi, volendo, ci sarebbe anche da considerare lo spostamento invisibile in latitudine di cui non è il caso discutere. Longitudinalmente, morale della favola, è che torniamo sempre nello stesso punto. Punto, come l'auto, auto come quell'assemblato di ferro e plastica (+ plastica, mi si convenga) che tutti odiano ma a cui nessuno rinuncia. Ovviamente infischiandosene dell'inquinamento, tanto basta pagare il bollo, e per lo Stato poi non inquina +, sarà per una magia, oppure perché così hanno deciso gli agnelli, ops..., le pecore, di cui si parlava prima. Il lettore attento osserverà che magari si dovrebbe alludere ai cani, e non alle pecore, ma sono le pecore che si scelgono i propri cani da quando il pastore non conta più granché: non a caso esiste il cane pecora, quello che viene definito dagli inglesi lo sheepdog. Finchè qui nel Belpaese ce ne sarà di erba, le pecore produrranno latte, lana, e tutto andrà bene; ma i prati non sono infiniti, e le bestie ed i piromani sono in aumento. Meditate.Sintesi: fare gli Italiani è un progetto utopistico