enterprise

SI TORNA A CASA


Come diceva sempre Barbareschi in un gioco a quiz di qualche anno fa (Greed) "a caaaaaaasa!!". Usciamo da questa competizione Europea non come ha detto ieri Donadoni "a testa alta", ma con la coda tra le gambe, consci di aver meritato l'esclusione; perchè non è questa la nazionale che tutti conosciamo che faceva della difesa e del centrocampo la sua arma migliore, che organizzava il gioco con una sapiente trama di passaggi fino all'area avversaria; non è pensabile che in un quarto di finale l'unica idea di gioco che una squadra può esprimere sia il lancio lungo dalla propria metà campo alla ricerca della testa dell'unica punta, peraltro "spuntata". Sarà pur vero che il giorno dopo siamo tutti allenatori che avrebbero fatto giocare questo al posto dell'altro, ma qui non si tratta tanto di chi ha giocato, ma di come ha giocato e di che tipo di gioco gli sia stato ordinato di effettuare; la Spagna con 5 tocchi era già al limite della nostra area, e seppur non abbia fato gran che, perlomeno ci ha provato esprimendo un canovaccio che si avvicinava di gran lunga più del nostro, al gioco del calcio. Dopo aver visto la partita di Sabato sera dove i giocatori Russi correvano come degli indemoniati e apparivano usciti dalla perfetta "macchina del calcio" fin a sembrare i testimonial della Red Bull che ti mette le ali, la partita Italia Spagna era la perfetta sintesi della trasmissione notturna di Marzullo che ti fa precipitare la palpebra dopo 10 minuti che lo guardi. Stanchi e privi di idee, semplicemente questo. E allora, tutti a casa a fare un po' di ferie e magari guardatevi un po' le restanti partite della Russia e imparate cos'è la fame di vittoria