scrivo canzonitesti e musica di enzo granella |
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Cantante chitarrista tarantino, dopo 5 album e musiche per cinema, tv e teatro, con alcuni gruppi tra etnica, reggae, funk e latin jazz, inaugura il suo progetto di canzone d'autore nel 2004 e giunge, il 20 giugno 2007, alla pubblicazione dell’album
Come le parole.
Il disco è disponibile a Bari, presso
- Centro Musica, c.so V. Emanuele III, 165/c
a Taranto, presso
- Dischi Blu, via Mazzini, 193/b
e scrivendo a
enzogranella@libero.it
BIOGRAFIA
i musicisti
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MUSIC BOX (rivista online)
Ben camuffato, striscia in ognuna delle undici canzoni un gusto di "militanza". Granella non si nasconde, lui sta con quelli che devono pagare un prezzo per riscattare vita e libertà, è a favore degli immigrati, è contro i lupi (ma pure contro chi pecora si fa)...
QUOTIDIANO DI BARI
Parole cariche di malinconia, pronte a confrontarsi col mondo qui fuori; parole intense e pungenti nella loro schietta semplicità, sostenute da una struttura musicale mai invadente ma che anzi consente al significato dei testi di emergere con tutto il loro significato.
GENOVATUNE.NET (rivista online)
RASSEGNA STAMPA
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DISCOGRAFIA
- SERTAO, Mino Cavallo (Materiali Sonori, Firenze 2010) ASCOLTA
- ROSA BIANCA E VERMIGLIA, Musica Officinalis, 2010
- TARANTO 'U POPOLE MIJE, Gianni Cellamare, (LaTarantoLa, Bari, 2009) ASCOLTA
- InCANTI di PACE - musicisti baresi per Enziteto, AA.VV., (Club Canzone d'Autore di Bari, 2008)
- Renilin:Offside-n.1 (DVD), AA.VV., (Renilin, Amaroni-CZ 2008) GUARDA
- Come le parole, autoprod., Bari 2007 ASCOLTA
- Muretti a secco, Francesco S. Sacchetti (CGIL PUGLIA 2007) ASCOLTA
- La corsa, Radicanto (C.N.I./Venus, Roma 2005)
- Sigla televisiva “Aldilà”, Dante Marmone Tiziana Schiavarelli e i Radicanto (Sorriso, Bari 2003)
- La casa delle donne – original soundtrack, Radicanto (C.N.I., Roma 2003)
- Lettere migranti, Radicanto (C.N.I., Roma 2002)
- Terra arsa – corde pelli e papiri, Radicanto (C.N.I., Roma 2001)
- Echi di gente, Radicanto (autoprod., Bari 1999)
- Live a Bologna, Maranjapoint (autoprod., Taranto 1998) ASCOLTA
I MIEI LINK PREFERITI
- delfini erranti: per condividere l'amore per Taranto e le cose di Taranto
- Alta Madera - il trio latin jazz acustico del mio amico Mino Cavallo
- Molino d'Arte - attivi e d'intervento
- memorie del vento - un blog molto interessante
- il sito dei Folkabbestia!
- Ivano Fortuna: music, peace and love
- Vertigo Imaging - l'arte nello sguardo
- Alessandro Pipino: il sito di un musicista sensibile e prezioso
- Diomira Invisible Ensemble - jazz, talento e illustri collaborazioni
- lot lorien: un'interessante band bulgara
- la medusa zingara...
- MUSIC BOX: rivista di musica, cinema, attualità...
- radioluogocomune.com (LIVE podcast e interviste): anche i miei!
- SAGRE IN PUGLIA - portale di eventi culturali di ogni tipo in tutta la regione
NAZZICA E SCAZZICA
Un repertorio di musica tradizionale pugliese con arrangiamenti originali ed alcuni brani di composizione. Il gruppo prende spunto da due espressioni dialettali per riproporre le due modalità principali della musica popolare: il nazzicare e lo scazzicare.
Nazzicare significa cullare, ondeggiare, e ricorda l’altalena della tarantola sulla sua tela. Simbolicamente riconduce a gesti che vanno dall’abbraccio materno della ninna-nanna all’amplesso.
Lo scazzicare è invece lo smuoversi, lo scatenarsi irresistibile del corpo nella danza e non solo. Infatti, è anche l’insorgere prepotente della commozione, della fame e degli appetiti sessuali, il rimedio al pianto disperato dei bambini, ed esprime la fatica nell’alzarsi in piedi, altro elemento del tarantismo, laddove il tarantato passava con difficoltà dallo stato apatico e malinconico allo scatenamento nella danza: solo dopo aver trovato i suoni adatti al ragno che lo possedeva.
O T H E R W I S E
Il repertorio del miglior gruppo di trip hop ed electro-blues-funk, nato in Inghilterra alla metà degli anni ’90, riproposto dagli Otherwise: non una comune cover band, ma un ensemble di professionisti di grande esperienza, attivi in diverse formazioni di rilevanza nazionale e accomunati dalla passione per il sound e l’accattivante groove della band britannica.
Inoltre, il fascino e il sapore jazz, caldo e morbido, della voce di Kalie conferiscono allo spettacolo quel tocco assolutamente irrinunciabile per riproporre i successi della band che fino al 2003 fu di Skye Edwards.
2006 HOME LIVE
una mia vecchia canzone, tra amici, nell'estate 2006
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Su Triggiano Democratica è apparso un bellissimo articolo sulla nostra performance a Rutigliano del 17 dicembre scorso, a firma del direttore Angelo Somma. Eccolo.
DEFRAMMENTARE IL CORPO PER RITROVARE L'UOMO di Angelo Summa
Se l’uomo con il suo corpo fosse un file e il mondo che ci circonda e in cui siamo inseriti da protagonisti troppo spesso inconsapevoli fosse un hard disk , potremmo dire che quel file sarebbe disperso e frammentato, fino al punto di perdere completamente di contiguità e risultare per questo non più percepibile in quella unità di essere che chiamiamo umanità.
L’immagine, mutuata dall’informatica, rende forse l’idea della nostra frequente estraneità nel cogliere una immagine umana dietro la massa di dati che la realtà, anche riletta dai mass media, ci invia fino alla bulemia. Immagini di barconi carichi di numeri, di cadaveri ripescati, di barboni sulle panchine dei parchi, di morti ammazzati sulle piazze del Nord Africa, di tracce di tortura, di carcerati morti in strane circostanze, di cronaca nera , di parole dure come pietre (clandestini, irregolari). Immagini frammentate, disperse, cluster separati da abissi di zone bianche chiamate paura, intolleranza, pregiudizio.
E l’uomo si perde lasciando solo, qua o là, tracce con l’insignificanza di reperti anatomici: un braccio, una gamba, un pezzo di faccia.
Erano i pezzi, fotografati da Donatella Tummillo, che giacevano per terra in primo piano nell’azione teatrale “Il mio corpo è la mia casa”, presentato ieri sera nell’Atrio del Palazzo Comunaledi Triggiano a cura dell’Associazione Atlantide-La città ritrovata.
Dietro, alcuni “attori” chiamati nello spazio di pochi minuti a recitare il proprio destino, a celebrare l’arte della loro esistenza lacerata, violata con la forza espressiva del loro stesso essere vivi. Così, con semplici azioni corali, tra canto implorazione preghiera e lamento – rituali di dolore eppure di vita-, lo spettacolo si è snodato con sonorità di lingue ritmi e culture diverse, facendo coro delle diversità, dell’autenticità, della pluralità. Aveva il loro dire l'energia interiore del mantra nella ripetizione rituale di frasi come “sono stanca di questa vita” o “il mio corpo è la mia casa” e il pubblico era inevitabilmente coinvolto in un dovere di attenzione, di silenzio, di condivisione: tutti partecipi di una autobiografia sociale riemersa d’improvviso dal fondo di una coscienza distratta e consumistica.
Così piano piano dietro quei volti e quelle voci che rimandavano a storie terribili di disagio mentale, di fughe con la vita in pegno, di torture, di discriminazioni, di ospitalità nel Cara, si faceva strada l’uomo nella sua unità di corpo sangue e anima.
Alla fine i protagonisti ci hanno provato a deframmentare il corpo, riportando a mosaico i reperti anatomici fotografati. Certo non è stato possibile farlo completamente e non tutte le tessere hanno potuto concatenarsi. Sono rimaste, certo, zone bianche a mantenere soluzioni di contiguità. Ma il compito è solo all’inizio e una soluzione buonista sarebbe stata certamente contraddetta troppo presto dalla realtà.
Eppure anche quella immagine così parzialmente deframmentata è testimonianza minimale ma preziosa di umanità. Per questo i protagonisti l’hanno circondata per proteggerla con i loro stessi corpi e su di essa hanno proteso le mani trepide per averne gelosa cura.
La speranza è quella di un seme lanciato perché fruttifichi e la danza finale, che ha coinvolto anche il pubblico presente, è stato il segno tangibile di questa speranza. Certo il mondo sarà migliore quando torneremo a danzare tutti insieme, lasciando che il corpo sia finalmente sè stesso e ci parli, al di là dei falsi pudori frutto della cattiva coscienza.
La toccante serata è stata completata da una eccezionale esibizione in pantomima di Renato Curci.
INFO
CONTATTI E LIVE
mobile 340 5421488
mailto:enzogranella@libero.it
- 22 agosto 2011 ore 21
OMAGGIO A ENZO DEL RE
Mola di Bari
- 19 settembre 2010
PUGLIA SOUNDS
Fiera del Levante - Bari
- 30-31 luglio 2010
Zoppola (PN)
- 23 aprile 2010 ore 17,00
c/o Liceo Scacchi - BARI
- 23 agosto 2008 ore 21,00
FORLIMPOPOLI
- 19 giugno 2008 ore 21,00
E. SALGARI FESTIVAL
S. Mauro Torinese (TO)
- 31 maggio 2008 ore 18,30
Palazzo Soranzo-Cappello
VENEZIA
AREA PERSONALE
FILMATI
VISUALIZZA TUTTI
"COME LE PAROLE" feat. Diomira Invisible Ensemble, regia di ENZO PIGLIONICA
"DANZA MALABAR" LIVE, nel concerto all'ass. cult. Altair, a Bari, il 12 maggio 2007
"TUTTI UGUALI" LIVE UNPLUGGED, con L'ESCARGOT
a "Suoni della Murgia", Santeramo in Colle (BA), 2 agosto 2007
IN CUPA TRANCE
Il nome In Cupa Trance indica un insieme di processi di ricerca culturale/musicale (cupa), con incursioni nei "simboli" collettivi, legati agli aspetti performativi dell'idea del rituale (trance). Gli strumenti musicali utilizzati per questo tipo di lavoro sono quelli comunemente usati da sempre per le sessioni musicali popolari: la cupa cupa, il tamburello, canne, bottiglie, ecc. Alcuni hanno subito un adattamento funzionale, con un potenziamento per esigenze d'esecuzione, ma la logica ed il modello di partenza sono quelli rilevati ‘sul campo’: strumenti realizzati con materiale povero e di riciclo, utilizzando ciò che si aveva a disposizione. A questi si aggiungono altri strumenti tradizionali come la fisarmonica e strumenti a fiato di svariate provenienze geografiche, oltre al contributo insostituibile della stessa voce umana.
Il gruppo è solito innervare la propria esibizione con una sorta di gioco rituale, dal sapore fortemente teatrale: armati di lunghe canne sonore, i protagonisti dell'ensemble si rincorrono lungo il palco, mettendo in scena un ideale duello a colpi di percussioni.
Un repertorio antichissimo, che si attualizza per la presenza di sintetizzatore e computer, inquadrandosi nel grande scenario universale della world music.
pino basile domenico acquaviva michele ciccimarra francesco monitillo mirko lodedo massimo la zazzera enzo granella
SLIDE SHOW e VIDEO
dal concerto del 28 luglio 2007-Teatro del Mediterraneo - Bisceglie (BA), nella serata conclusiva del
Festival dei popoli del Mediterraneo.
ULTIMI COMMENTI
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REBEL TONGUES
REBEL TONGUES
Il nome ("lingue ribelli") richiama l’espressione “rebel songs”, con cui in Irlanda si indicano le canzoni di lotta contro il dominio inglese.
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