epagogico

Rumore di fondo


Da qui, attraverso le veneziane abbassate, non si vedono altro che muri marroni un po’ scalcinati, persiane verdi, alcune aperte, altre chiuse dietro tende bianche, piccoli balconi vuoti e sgombri, ed il cielo blu di queste giornate così limpide che scorgo appena da un angolo. Nessuna traccia umana apparente, qui  nessuno si affaccia più alle finestre. C’è da fare.Più in basso, un viale alberato di cui riesco a vedere solo la porzione più alta delle chiome dei bagolari: fitte, spoglie, immobili e contorte come il tempo. Oltre, altri palazzi marroni con antenne, paraboliche e camini stretti e lunghi senza traccia di fumo.La vita sale su fino alle mie orecchie solo attraverso i tubi di scappamento delle auto, le sirene delle ambulanze che passano ad intervalli più o meno regolari e il rotolamento delle ruote sull’asfalto. Rumori di motori, ingranaggi, pistoni, bielle, manovelle, catene di distribuzione che rompono questo silenzio di fine anno, nient’altro.