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Post n°43 pubblicato il 06 Agosto 2014 da lincesmeraldina
Oggi 5 agosto ricorre l'anniversario di nascita di Ettore Majorana, fisico teorico classe 1906, che all'età di trentun anni scomparve misteriosamente dopo essersi (probabilmente) imbarcato sul Postale Napoli-Palermo.
ENFANT PRODIGE DELLA FISICA ITALIANA: Nato a Catania il 5 agosto 1906, Ettore Majorana era rampollo di una famiglia dell'alta borghesia siciliana, costituita da eminenti scienziati, docenti universitari, ma anche rettori, ministri e deputati. Già in tenera età, Ettore dette prova di precocissime elevate qualità intellettuali: campione di scacchi, egli riusciva anche a svolgere subitaneamente complicati calcoli matematici, capacità che sviluppò ulteriormente in età adulta. Dal 1914, dopo aver frequentato le scuole elementari e i primi anni del liceo a Roma, presso l'Istituto "Massimo" diretto dai Gesuiti, E. Majorana conseguì la maturità nel 1923 al Liceo Classico Statale "T. Tasso". In seguito, Ettore e suo fratello Luciano si iscrissero insieme al primo biennio di Ingegneria, dove fra i compagni di studio ebbero alcuni futuri eminenti protagonisti della cultura italiana, quali G. Enriques, G. Gentile jr, E. Volterra, E. Segrè.
I “RAGAZZI DI VIA PANISPERNA” E GLI ANNI D'ORO DELLA FISICA - Proprio in quegli anni la fisica italiana stava conquistando ruolo di primo piano a livello mondiale, perchè a Roma, il versatile prof. Orso M. Corbino, (Direttore dell'Istituto di Fisica di via Panisperna) riuscì ad attrarre nel suo ambiente accademico tanti giovanissimi talenti. Fra questi, anche E. Majorana, E. Amaldi ed E. Segré, che dall'autunno del 1927 si trasferirono da Ingegneria all'Istituto di Fisica di via Panisperna, dove da pochi mesi, il giovanissimo Enrico Fermi era stato nominato professore straordinario della prima cattedra di fisica teorica in Italia. In questa sede, si formò il primo gruppo dei giovanissimi discepoli della scuola fermiana, noti piu' tardi come i Ragazzi di via Panisperna, che avevano tutti la caratteristica di essere coetanei fra loro. All'epoca, Fermi era gia' un'autorità scientifica e non a caso, dagli studenti fu scherzosamente soprannominato il "Papa", mentre il suo assistente Franco Rasetti era il "Cardinal Vicario", Bruno Pontecorvo era detto il “Cucciolo”, ed Ettore Majorana divenne invece noto come il “Grande Inquisitore”. L'ingegno di E. Majorana non sfuggi' a Fermi che a un suo collaboratore espresse su di lui il seguente giudizio: "Ma poi ci sono i geni, come Galileo e Newton. Ebbene, Ettore Majorana era uno di quelli". Sotto la direzione di E. Fermi, E. Majorana si laureò nel 1929 discutendo una tesi intitolata "La teoria quantistica dei nuclei radioattivi", per la quale riportò la votazione di 110 e lode. Nel gennaio del 1933, con una Borsa di studio, Majorana giunse a Lipsia, e poi a Copenaghen, prestigiose università dove erano attive équipe di scienziati provenienti da tutto il mondo. I contatti con il cenacolo di Heisenberg furono assai stimolanti dato che proprio in Germania, Ettore (in genere restio a divulgare le sue opere), pubblicò in lingua tedesca alcune sue ricerche di fisica sulle "forze di scambio". Ritornato a Roma dall'estate del 1933, E. Majorana cominciò a condurre un'esistenza sempre più solitaria, forse a causa di un esaurimento nervoso. Tuttavia, proprio in quel periodo, lo scienziato di formazione umanista E. Majorana, studiava intensamente discipline diverse, ed era particolarmente dedito alla filosofia; fin dai primi anni della sua giovinezza egli amava discutere di problemi filosofici e nella sua biblioteca non mancavano classici del pensiero: Platone, Agostino, Kant ed altri ancora, anche se - come ha reso noto E. Amaldi - le sue meditazioni erano rivolte soprattutto verso l'opera di A. Schopenahuer.
LA CATTEDRA UNIVERSITARIA A NAPOLI - Nella seconda metà degli anni trenta, l'avventura dei Ragazzi di Via Panisperna si avviava ad un triste epilogo a causa delle drammatiche vicende politiche di quel tempo. Importante svolta per la vita di E. Majorana avvenne nel 1937, anno in cui fu istituito un Concorso a Cattedra di Fisica Teorica all'Istituto di Fisica di Palermo. La Commissione esaminatrice, riconosciuto l'eccezionale livello scientifico di Majorana, decise all'unanimità di nominarlo docente di fisica teorica per "alta e meritata fama". Ma incaricato come professore di fisica teorica all'Università di Napoli, E. Majorana insegnò soltanto per otto settimane, dal 13 gennaio al 25 marzo del 1938. Come risulta da alcuni manoscritti, Majorana scelse di dedicare il suo programma didattico alla meccanica quantistica, tema che affrontò in maniera assai moderna. In particolare, Majorana suddivise il suo corso in tre parti dove dapprima si occupò delle "vecchie teorie", e trattando poi le basi della moderna meccanica, avrebbe dovuto infine affrontare i problemi più complessi di questo teorema. Ma proprio quest'ultima parte rimase incompiuta poiché lo scienziato catanese scomparve misteriosamente nella primavera del 1938, dopo appena tre mesi di lezione.
UN MISTERO ITALIANO ANCORA IRRISOLTO - Della vicenda esistenziale e scientifica di Ettore Majorana si sono occupati vari autori piu' o meno illustri: scienziati, giornalisti, storici della scienza, ma anche registi, saggisti e romanzieri. Alla sua vita e alla sua opera, sono stati dedicati importanti convegni, ma anche film, pièces teatrali, documentari e tesi di laurea. A questo personaggio enigmatico s'ispirò peraltro il romanzo giallo “La scomparsa di Majorana” di Leonardo Sciascia, pubblicato da Einaudi (1975), vero e proprio best sellers che ha ottenuto gran successo. In epoche diverse, questo geniale intellettuale che pionieristicamente si occupo' di fisica teorica nell'arco del primo trentennio del Secolo breve, fino alla sua prematura scomparsa nel 1938, ha suscitato curiosità in ogni ambiente culturale; le circostanze della sua sparizione restano ancora da chiarire e sono quindi tali da costituire un argomento d'interesse storiografico che è ancora aperto. Le ipotesi e le supposizioni sull'Affaire Majorana sono molte (suicidio, omicidio, ritiro in convento, rapimento, emigrazione volontaria all'estero, ecc.), ma certo è che i dubbi rimangono, perchè il suo corpo non è mai stato ritrovato. Così, a settantasei anni di distanza dalla scomparsa, il mistero di questo geniale scienziato atomico resta irrisolto, ed è ancora da decifrare nella sua complessità.
Cristina Fontanelli
5 agosto 2014
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