... riflessioni ...

nota sul capovolgimento ideologico tra destra e sinistra [di Androcom]


Si è assistito, negli ultimi 20 anni [dal tempo del crollo delle ideologie: 1989], quasi ad un capovolgimento ideologico tra destra e sinistra: la prima è divenuta socialista, la seconda è divenuta liberista, infatti: 1.] come evidenziato dai settori oligopolistici dell’energia, delle automobili, delle telecomunicazioni e dei mass-media, il vero mercato non esiste: esistono solo e sempre posizioni di rendita, e tutte le imprese non vogliono competere, ma essere protette, nei loro segmenti di mercato, dal rischio di uscirvi. Il fine dell’imprenditore è sempre: o il monopolio, oppure l’accordo per non competere [cioè la stabilità]. Ma la stabilità, e non il rischio o la fatica, è anche il fine del lavoratore. 2.] la sinistra, abbandonati i termini “pianificazione”, “sociale” e “socialista”, ha sposato i termini “mercato”, “competizione”, “liberalizzazione” e “privatizzazione”: ciò si è concretizzato nella “ideologia del consumatore”, adottata da bruxelles: la competizione tra le imprese serve per abbassare i prezzi e migliorare la qualità dei prodotti, perché vince la competizione chi vende di più. Il fine è la rottura dei monopoli, per una maggiore qualità della vita del consumatore, che paga meno e ha di più. Invece, si assiste oggi al fatto che le imprese fanno impliciti accordi per prezzi tutti sempre alti, e anche i più semplici e poco costosi prodotti [uno stereo, un software] sono spesso difettosi: il libero mercato è appunto libero di alzare i prezzi e di produrre prodotti di cattiva qualità. Ma il consumatore è sempre anche o un imprenditore o un lavoratore: 1.] come imprenditore, il consumatore non è disposto al rischio di mercato: preferisce prodotti non più evoluti, piuttosto che competere. 2.] come lavoratore, il consumatore non vuole rischiare di perdere il lavoro o lavorare troppo, per la competizione: preferisce prodotti non più evoluti, piuttosto che lavorare sotto continua pressione per competere. La nuova ideologia della sinistra è stata adottata per le implicazioni antimonopoliste del libero mercato, quindi per una ragione “di sinistra”, ma viene rifiutata dalle masse, che preferiscono il neosocialismo protezionista di destra: come insegna l’organizzazione aziendale, il lavoratore non vuole rischiare e faticare, ma protezione.