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Calcio e Mafia


Crescendo ti rendi conto di tante cose.Mio padre mi diceva che lavorando onestamente non diventerai mai ricco, affermava: "Puoi stare bene, o anche più che bene, ma per diventare ricco o sfrutti gli altri, o fai qualcosa di illecito, o fai qualcosa di moralmente discutibile".Con il tempo ho capito che cosa voleva dire.Premetto che a mio avviso la mafia non è solamente una associazione a delinquere (come la camorra e la 'ndrangheta) ma anche un comportamento, un atteggiamento, un modo di fare, che viene utilizzato abitualmente, tutti i giorni.Sembra che la mafia negli ultimi anni abbia allungato i suoi tentacoli su tutti i campi dove sia facile "fare soldi" e, soprattutto, dove sia facile anche riciclarli. Un tempo la mafia gestiva il mondo delle scommesse clandestine, il mondo della droga, della prostituzione... realtà diciamo poco pulite. Con il tempo la mafia "ha imparato" a gestire, invece, altre attività che consentono grossi movimenti di denaro: l'edilizia e tutto l'indotto annesso (a partire dalle cave fino ai materiali da costruzione), la gestione dei rifiuti (tossici e non), le gestione di centri commerciali e grosse attività produttive, la finanza, ecc. Personalmente ho il timore che la mafia sia entrata prepotentemente (credo e spero parzialmente) anche nel campo della giustizia, nella magistratura e, soprattutto, in quello della politica (comunale, provinciale, regionale, statale), gestendo affari e appalti senza sporcarsi le mani, rubando così "in modo onesto" o apparentemente lecito: gestione e manutenzione dei beni pubblici (strade, mense, scuole, appalti, ecc.), gestione centri di accoglienza dell'immigrazione, ecc.Ma questa è una mia sensazione molto soggettiva, magari sbagliata, magari.... si, magari! Ora mi viene da pensare al calcio che non è più solamente uno sport ma è diventato, a detta di tutti, un vero e proprio business. Con tutto il denaro che questo movimento sposta, come è possibile che il calcio non abbia destato l'interesse della mafia? Alla luce di quanto è successo recentemente (e negli ultimi anni) in serie A, qualche dubbio si è insinuato nella mia testa. Posso fare solamente illazioni (supposizioni e forse congetture) e non ho prove concrete ma mi lasciano molto perplesso personaggi, fino a ieri semi-sconosciuti, che diventano presidenti di squadre di Serie A o B. Poi vogliamo parlare di presidenti che acquistano un club perché è stata la politica a chiederglielo?Negli anni passati mi hanno lasciato perplesso "individui"che sono stati presidenti prima di una squadra, poi di un'altra, poi di un'altra ancora; senza parlare poi di presidenti che sono"notoriamente" tifosi di una squadra ma che ne comprano un'altra: tutto e solo in nome dei soldi, boh? Abbiamo visto passare personaggi - senza etica e senza il minimo senso morale - che hanno gestito (a proprio comodo) il mondo del calcio, sguazzando nel fango dell'arroganza e della prepotenza e infangando il nome di squadre gloriose (che in passato avevano, comunque, sempre vinto anche senza il loro sporchi "magheggi"). Concludo menzionando personaggi che, in nome di contratti da sottoscrivere con le TV, preferirebbero avere nella massima serie squadre blasonate, con un grande bacino di utenza, invece di invece di piccole realtà, meglio organizzate e ben gestite: ma il responso del campo? E i valori dello sport?Questi "geni" non si rendono conto che sono proprio le imprese dei Davide contro i Golia che accendono la passione e la fantasia dei tifosi? Viene svilito il senso di appartenenza di un tifoso.L'attuale mondo del calcio non piace affatto perché mi "sembra"malato di... mafia. Ma voi cosa pensate del calcio dei giorni nostri? Forse sono matto. Voi che dite: sono un visionario, allucinato, o cosa?