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L’ETA’ SPERIMENTALE

Post n°60 pubblicato il 14 Agosto 2025 da cosmica11
 
Foto di cosmica11

 

 

Mare nostro che non sei nei cieli e abbracci i confini dell’isola e del mondo, sia benedetto il tuo sale,

sia benedetto il tuo fondale, accogli le gremite imbarcazioni senza una strada in mezzo alle tue onde,

i pescatori usciti nella notte, le loro reti tra le tue creature.

Mare nostro che non sei nei cieli all’alba sei colore del frumento, al tramonto dell’uva di vendemmia

Mare nostro che non sei nei cieli, tu sei più giusto della terra ferma, pure quando sollevi onde a

muraglia poi le abbassi a tappeto, custodisci le vite cadute come foglie sul viale, fai d’autunno per loro.

Di fronte a questo mare l’età sperimentale è quella di chi non ha potuto raggiungerla.

 

Assecondo il mio corpo giorno per giorno, questo non è un progetto di longevità…

in questa età scrivo varianti migliorate di me stesso

Nel corso accidentato del tempo, le amicizie si staccano alla maniera delle foglie, ne restano una

manciata, la linfa che le nutre è la lealtà

Mi ripeto pagine imparate a memoria, è il mio modo di salvare una  precisione.

Ho capito che il passaggio più brusco dall’intenso ritmo di dispendio fisico all’inerzia era micidiale

Dopo 40 anni di fatica l’azzeramento mi intossicava il corpo….non è mio il corpo in cui vivo

abito un animale preistorico messo alle prove e selezionato da diecimila generazioni, è stato

collaudato da ogni catastrofe è una macchina antica e misteriosa, mi inoltro nella sua vecchiaia

come un esploratore.

A chi somiglia questa età? Alla risalita di un bosco in montagna, verso l’alto gli abeti si diradano

Intorno c’è più spazio.

Immagino il futuro, mi stupisco di vederlo, resto in cima al bosco mi meraviglia la luce che si

spalanca intorno…il poeta Goethe morente pronuncia le sue ultime parole: PIU’ LUCE .

Non è una richiesta, è la sorpresa di vederla splendere intorno.

Anche io vedo più lontano in cima al mio bosco!

Questa è un’età di PRESENZE non di assenze!

 

Al termine di questa passeggiata montana, posso dire che tutte le età precedenti sono state preparatorie a questa; la vecchiaia contiene vastità sconosciute alle età precedenti, concludo che questo è il

mio tempo migliore!

 

 
 
 

Cronache dal Mondo Antico

Post n°59 pubblicato il 18 Giugno 2025 da cosmica11
Foto di cosmica11

Antologia Raccontii Storici- Rudis Ed.ni - 2025

" Il sole nero di Akhenaton" racconto Inedito - inserito in Antologia - giugno 2025

Autore: Maria Clelia Rotolo 

Per eventuale acquisto: https://www.rudisedizioni.com/pagina-prodotto/cronache-dal-mondo-antico-aa-vv

 
 
 

Un legame sospeso nel tempo

Post n°58 pubblicato il 23 Febbraio 2025 da cosmica11
 
Foto di cosmica11

“Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco"

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          Cantico dei Cantici 8,6

 

Un legame sospeso nel tempo

Elisa ricorda bene il giorno in cui ha incontrato per la prima volta Joele. Un giorno di primavera, il sole era più luminoso e i fiori di pesco gremivano gli alberi. Era il loro primo incontro ufficiale di lavoro, ma la ragazza non avrebbe mai immaginato che quella collaborazione sarebbe diventata così importante per lei. Lo aveva visto entrare, con il suo passo incerto, ma ebbe anche la sensazione che fosse un giovane dalla vita complessa, che celava dietro un viso sorridente. Di bell’aspetto, vivace, c'era qualcosa di particolare in lui, che lo rendeva diverso dagli altri.

Lavoravano fianco a fianco, spesso senza fermarsi un attimo, ma nonostante la fatica, emergeva sempre un aspetto misterioso di Joele, che non si vedeva a prima vista: una persona che, pur con tutte le difficoltà della vita, non si fermava mai, non lasciava che i suoi drammi personali influenzassero troppo il lavoro. Ma Elisa lo percepiva, lo sentiva. C'erano quei giorni in cui non riusciva a nascondere completamente il travaglio interiore che lo stava consumando lentamente e inesorabilmente.

La sua tristezza si percepiva tra una battuta ironica e l'altra, nelle pause più lunghe, nelle risposte più brevi.

Nella loro quotidianità lavorativa, c'era sempre il posto per una risata, un gesto, una barzelletta, o un'idea brillante che rendeva ogni giornata un po' più leggera, più speciale. Questo è ciò che Elisa ricorda di lui, caro collega e amico mai dimenticato.

Era capace di ascoltare, avevano condiviso tante sfide, lunghi pomeriggi di lavoro insieme, ma anche momenti di pausa in cui non ci si dimenticava mai di ironizzare sull'esistenza, esorcizzando la fatica.

Elisa fu colpita dalla sua dedizione, dalla sua spontaneità: Joele sapeva essere serio e responsabile, ma anche un po’ folle, capace di vedere il lato positivo in ogni situazione, in ogni progetto di vita.

Le sue parole, il modo in cui faceva sentire tutti parte di una squadra... sono queste le cose che mancano ad Elisa.

Sono stati amici sinceri anche se a volte avevano delle divergenze di opinioni, tra loro trionfava sempre il bene, il rispetto, l'affetto.

Elisa porta sempre con sè i ricordi più belli e sorride ogni volta che ci pensa.

 

Un pomeriggio divertente in piscina

Un giorno, Elisa, Joele e i colleghi dell’ufficio, di comune accordo, decisero di trascorrere un pomeriggio di svago; andarono in una nota piscina milanese.

Il calore del sole, l'acqua fresca, il rumore delle risate li rendevano euforici.

Elisa rimembrando l’evento chiese a Joele:

"Ti ricordi quella giornata in piscina? Penso ancora alle tue gioiose acrobazie, ti mascheravi da pagliaccio per farci ridere. Ogni tanto ti divertivi a sfidarci nelle gare di tuffi; Non eri affatto serio quando c'era da divertirsi.

Anche quando eravamo tutti stanchi, trovavi il modo di farci staccare, di farci godere di quei piccoli attimi di spensieratezza. Non dimenticherò mai quel giorno."

Joele sorrise divertito ed esclamò: “quella piscina era il nostro rifugio, non solo un posto dove ci rilassavamo, ma un angolo di libertà, lontano dalle preoccupazioni quotidiane. E ti confesso, quel ritaglio di tempo con te, era il mio modo di ricaricare le energie.

Anche quando sembrava che nulla andasse per il verso giusto, quei momenti erano il mio respiro."

Elisa lo spronò ed espose le sue impressioni: " a volte, nelle giornate uggiose, ti sentivo più silenzioso. Sapevo che c'era qualcosa che non andava, ma non riuscivo a capire cosa fosse. Spesso, tra una pausa e l'altra, c’era tra noi comprensione silenziosa, ci capivamo senza bisogno di dire niente. Cosa ti tormentava amico mio?"

Ogni volta che Elisa si reca in piscina, sente che quella giornata speciale è ancora presente, è una di quelle memorie che non si cancellano e che porterà sempre nel cuore, che le hanno fatto comprendere quanto sia importante godere della compagnia degli altri, soprattutto quando non ci sono più….

L’amore, quello sconosciuto

Elisa, si ricordò di quella volta che lo sentì parlare d'amore, sentimento che desiderava più di ogni altra cosa.

Joele tra le lacrime rispose: " sai, a volte penso che tu sia davvero fortunata. Non so se ti rendi conto di quanto sia raro trovare una persona che ti ami davvero, che è pronta a stare al tuo fianco senza giudicarti, sincera e disponibile."

Elisa sorpresa dalle sue parole, lo abbracciò: "sono felice di esserci per te, davvero!"

Joele tra i singhiozzi manifestò i suoi dubbi esistenziali sul concetto di amore: "A volte mi chiedo se riuscirò mai a trovare la MIA felicità.

In tutta franchezza, conosco le mie fragilità, a volte mi sento inadeguato, mi risulta difficile aprirmi. Tu cara amica, hai trovato qualcuno che ti sta accanto, senza pregiudizi e paure, goditi questa grazia incommensurabile."

Elisa, dopo una pausa di riflessione esclamò: " non ci avevo mai riflettuto in questi termini, anche tu meriti tutto l'amore che desideri. La temporanea mancanza di qualcuno che sappia apprezzarti, non deve invalidare la tua personalità. Anche se a volte la vita sembra complicata, ci sono persone pronte a volerti bene.”

Joele sorrise con un velo di tristezza negli occhi e subito dopo non riuscì a trattenere le lacrime e con la voce rotta dall'emozione disse: "il fatto che ci sia qualcuno che mi dica, che posso farcela, è un dono indescrivibile."

Elisa cercò di consolarlo e gli pose una mano sul braccio: " Capisco quanto sia difficile, ma tu meriti di essere amato. Non sei solo, io sono qui e ti ascolto."

 Un dono inaspettato

A proposito - disse Joele - con un sorriso radioso: "ho portato un presente prezioso, e desidero destinarlo a te."

Elisa rispose incuriosita: cos'è?

Joele estrasse dalla tasca della giacca un piccolo pacchetto: "è una parte di me, qualcosa che mi è sempre stato molto caro."

Senza proferire parola, Elisa lo scartò rimase per un attimo allibita alla vista di un splendido orologio a cipolla in argento: " ma è bellissimo! Mi sembra così antico!"

Joele con voce tremante, annuì: " questo orologio era di mio nonno. Mi ha sempre accompagnato, e ora lo voglio dare a te. Mi sembra giusto, per me è un simbolo di quanto significhi la nostra amicizia. È un oggetto che mi lega al passato, alla mia famiglia, e ora è tuo, è un gesto che meriti, perché non è facile trovare una persona che ci tiene davvero a me, che mi accetta per quello che sono. Questo orologio con la sua storia, è il sigillo della nostra amicizia. Un modo per dire che ci vogliamo bene. Mio nonno sarà felice del mio gesto, perché è destinato alla persona giusta."

Non era solo la sua generosità a parlare, ma il suo cuore, perché quando si soffre si diventa fragili ma migliori. Nonostante tutte le difficoltà che stava affrontando nella sua breve vita, aveva ancora spazio nel cuore per gli altri.

 

Venerdì 17

Un episodio particolare che stupì Elisa, fu quando un venerdì 17, Joele non si presentò al lavoro; i colleghi si chiesero se fosse successo un imprevisto, o un problema di salute, ma il giorno dopo egli rivelò che, per lui quell’associazione portava sfortuna, ed era una sua convinzione irreversibile, non riusciva a controllarla e voleva tenerla lontana, era una fobia sul vero senso della parola.

Per Elisa, fu veramente difficile credere che un giovane intelligente, colto, dalla battuta pronta, attribuisse un potere così radicale a tale data. Eppure anche nelle piccole stranezze che manifestava, c'era una forza invisibile che ispirava chiunque gli stesse vicino.

Tuttavia ella capì che a volte, la mente crea delle strane connessioni in certe circostanze, ma ciò che conta è affrontare le sfide e cercare di superarle.

 

Un dolore funesto

Elisa riceveva le telefonate di Joele tutti i giorni; ogni volta che lo sentiva, capiva che stava lottando con qualcosa di più grande di lui, con un dolore che non riusciva a condividere con nessun altro; quelle conversazioni erano per entrambi un balsamo per l'anima, una sorta di terapia, un modo per far fronte insieme a tutto ciò che gli pesava.

Nel pomeriggio a casa squillò il telefono e Elisa rispose: " Ciao come stai oggi?"

Joele sospirando rispose: " come al solito, non troppo bene, oggi mi sento un po' più stanco del solito.

Iniziò così un dialogo a tinte drammatiche che vide come protagonista Joele e sua madre.

Figlio di genitori separati, la madre fuggì con un altro uomo, lasciando Joele

in affidamento al padre.

Elisa con cautela, lo incitò a parlare e Joele dopo un attimo di esitazione, iniziò a raccontare dei suoi gravi problemi di salute e dell’assunzione di farmaci che doveva assumere quotidianamente:

“A volte mi sembra di non farcela, che non ho molto da vivere - esordì Joele - oltretutto ho una spina nel cuore per un conflitto non risolto con mia madre. Ogni volta che ci parliamo, sembra che non ci capiamo, perché non riesce ad accettarmi per quello che sono, ogni sua parola mi fa sentire come se non esistessi, come se non fossi il figlio ideale, non riesce proprio a guardare oltre. Ha lasciato dentro di me lacerazioni emotive che non riescono a guarire, perché mia madre non riesce ad accettare una parte fondamentale di me, la mia omosessualità, che lei rifiuta totalmente, e in me si è prodotta una frattura profonda. La sofferenza per non essere compreso e accettato da chi ami di più, da chi dovrebbe amarti incondizionatamente, è un peso insostenibile.

Anche quando venivo ricoverato in ospedale per periodici accertamenti clinici e conseguenti interventi chirurgici, non sentiva il bisogno di farmi visita. Ero solo!

Così mi sono trovato in situazioni difficili, in momenti bui, che mi hanno portato a fare scelte che non avrei mai voluto fare, mi sono prostituito, per necessità, per cercare di sfuggire alla sofferenza, per essere amato.

Ero molto giovane avevo ancora tanto amore da dare, ne avevo bisogno come tutti!" 

Elisa rimase attonita, di fronte a tanto devastante dolore, sospettò che faceva uso

di alcolici e anti-depressivi già al mattino, ma cercò di dare la giusta risposta:

"Caro Joele, so che gli ostacoli nel tuo cammino sono molteplici. Ma so anche che tu non ti saresti mai fermato. La tua resistenza fisica e emotiva, è qualcosa che ammiro enormemente, perché hai sempre cercato di vedere la bellezza in ciò che ti circonda."

Joele continuò a parlare come un fiume in piena con la voce rotta dal pianto: "la mia salute continua a peggiorare, oggi sono venuto al lavoro con le stampelle, non mi reggo in piedi, ma l'idea di stare da solo a casa mi fa sentire peggio, più vuoto. Almeno al lavoro mi sento utile, parte di un Tutto.... fuori dall'ambiente lavorativo, ogni cosa diventa insopportabile. Ti lascio un compito – concluse – se dovessi essere ricoverato d’urgenza, questa è la mia cartella clinica che dovrai esibire ai medici."

 

La perdita

Purtroppo arrivò quel giorno, in una fredda mattina di inverno, troppo presto te ne sei andato! Avevi solo trentasette anni.

Elisa dedicò pensieri commoventi al dolce sfortunato amico scomparso:

“Quando ho ricevuto la triste notizia, il mondo si è fermato per un attimo e anche se ora non sei più accanto a me, so che la tua presenza continua a risuonare in ogni angolo della mia vita, nelle piccole cose che facevamo insieme, mi sento persa come se una parte di me fosse sparita all'improvviso. Un antico detto recita - chi trova un amico trova un tesoro - e io l'ho perso!

Non avrei mai pensato che quella era l'ultima volta che avrei sentito la tua voce. E ora che mi hai eletto erede dei tuoi pensieri, trasmetterò il tuo messaggio d’amore e di dolore, ambivalente come la vita, a tutti quelli che incontrerò sul mio cammino, per renderti immortale.

Ogni spazio che abbiamo condiviso, mi sembra vuoto senza di te. Ti porterò sempre nel cuore, con il ricordo delle tue risate e dei tuoi silenzi, delle tue lacrime, delle tue paure, ma anche della tua forza; mi hai insegnato quanto sia fondamentale non giudicare mai chi sta attraversando una tempesta.

Mi consola pensare che tu abbia finalmente trovato la pace che meritavi, lontano dalle lotte che ti accompagnavano, Sono felice di aver potuto essere partecipe della tua vita. Grazie caro amico per avermi dato una parte di te, per avermi fatto sentire speciale, per avermi dimostrato quanto fosse grande il tuo cuore!”

L'eco lontano della sua voce mi rispose: "non piangere io sarò sempre con te, in ogni passo che farai. Non sono mai davvero andato via, sono in tutto ciò che siamo stati insieme.

Ogni volta che guarderai l'orologio che ti ho regalato, sai che sarò lì. Non c'è mai addio, solo un altro capitolo. E tu, con il tuo cuore grande continuerai a portare avanti quello che abbiamo costruito insieme, saremo sempre connessi, ma in una dimensione spirituale, più ricca, più bella!"

 

 

 

 

 

 
 
 

Il portale dei destini

Post n°57 pubblicato il 16 Febbraio 2025 da cosmica11
 
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https://dantebus.com/concorsi/opera/347634

 

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Concorso letterario Dantebus per racconti a tema libero

 
 
 

La Giustizia e i Sentimenti

Post n°56 pubblicato il 06 Ottobre 2024 da cosmica11
 
Foto di cosmica11

Sono sempre stata affascinata dal concetto di Giustizia, è quello che mi ha attratto in primo luogo verso l’ingegneria, il senso di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato, la certezza di avere il controllo, ma la realtà è che il mondo non è di facile comprensione come noi vorremmo e non può essere ridotto a una semplice equazione, soprattutto quando si tratta di esseri umani…..siamo imperfetti, imprevedibili e pieni di notevoli contraddizioni.

Ho impiegato la maggior parte della mia vita per capire che queste caratteristiche ci rendono resilienti, questo dà credito all’improbabile idea secondo la quale qualunque cosa è possibile anche nei momenti più disperati.

Mi è sempre stato detto che i sentimenti personali non devono condizionare la ricerca della verità, ma ripensandoci ora non credo affatto che sia così, i sentimenti possono essere sconvenienti, possono persino rallentare il nostro progresso, tuttavia sono l’unico modo per iniziare a comprendere veramente il mondo che ci circonda e i nuovi mondi che ci aspettano.

 

Dall’episodio finale di: For all mankind stag. 4

 
 
 
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Data di creazione: 01/04/2010
 

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bello che è stato inserito nel post un quadro di...
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