Cogito..

Professore dove sei!


C’era una volta, tanto, ma tanto tempo fa, un uomo che tutti chiamavano “professore”, c’era naturalmente anche la versione femminile e veniva chiamata “professoressa”.Usavano intrattenere i giovani all’interno di un locale chiamato aula. Parlavano di storia, di matematica, di filosofia, di sciente. Di loro dicevano che erano saggi e accorti.C’erano molti tipi di professori ma se facevano il loro lavoro, non serviva neanche che lo facessero benissimo o almeno bene, bastava che lo facessero. Bastava fossero in grado di far passare quelle due ore in cui intratteneva i giovani in modo decoroso, o almeno decente che erano buoni professori.Taluni trascendevano, erano i professori che si nascondevano dietro il registro, impugnavano una penna, guardavano il registro, la loro arma totale, poi guardavano i giovani e infine, dopo aver rivolto qualche domanda ad alcuni di loro scrivevano sul registro un numero coprendo con la mano libera dall’arma del delitto la visione del numero scritto.Il professore, quello vero, anche lui faceva domande ai giovani. I giovani lo temevano, lo rispettavano e se andava in aula da loro senza il registro lo amavano anche ed erano grati. Quel professore dopo decenni è ancora nella memoria degli ex giovani: “quello si che…!”Quando quei professori entravano i giovani si alzavano, poi autorizzati dal professore si sedevano e aspettavano in silenzio il loro destino. Il professore era il sapere, il potere e loro dovevano imparare a sapere.Era autorevole, presente, certo del suo ruolo, era preparato, sapeva e sapeva insegnare. Era il riferimento, la certezza, la persona con cui, a volte e con timore, andavi a parlare.Il prof ha il cellulare e lo hanno anche i giovani e lo usano tutti. Scattano foto e lanciano sms, poi fanno i bravi operatori del cinema e girano gli spot che tutti poi possiamo vedere.Il professore guardava e i giovani tacevano.Il prof dice “’Mo avete rotto li coglioni e ve dovete ‘sta zitti!” e i giovani sghignazzano, se sono educati, altrimenti: “Li coglioni l’hai rotti te!”Il giovane si alzava e chiedeva: “professore posso andare al bagno?”Il professore poteva o non poteva concedere l’autorizzazione. A volte alzava lo sguardo verso il giovane e non rispondeva neanche, allora il giovane si sedeva scusandosi.Il giovane dice: “prof, posso anna’ ar cesso?”Il prof risponde: “E vatte a fa ‘sta canna, ma nun ce mette n’ora che pure l’artri devono da anna’!”C'era una volta, tanto, ma tanto tempo fa, una organizzazione sociale chiamata "famiglia", ma questo è un altro post...