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Gli Italiani e Camilleri


Andrea Camilleri è lo scrittore siciliano che ha creato il personaggio di Montalbano, diventato famoso e conosciuto in tutto il mondo ormaiAndrea Camilleri è anche un ottimo opinionista che spesso scrive articoli molto belli ed interessanti sul quotidiano di Torino La Stampa. Oggi invece nelle pagine del quotidiano online ho trovato  una intervista a Camilleri, anziano signore di 83 anni che parla dei giovani e degli Italiani. Troppo interessante, critica, ironica, polemica in modo signorile, perfino, che non ho potuto non farne conoscere una parte anche a tutti coloro che passano regolarmente in questo blog a leggermi ....«Nel ventesimo secolo l’essere giovani comportava una “libertà di collisione”, il giovane aveva davanti a sé una quantità tale di rotte diverse da intraprendere, che le collisioni erano quasi inevitabili. Oggi la situazione è completamente diversa: la collisione è contro tutta la realtà che circonda un giovane. Collidere è l’unica scelta. Perché la possibilità di non collisione, nella maggior parte dei casi, oggi in Italia, è una possibilità di collusione. Il che altera sensibilmente le prospettive della gioventù, che ne ha pochissime. «Anch’io sono stato giovane, come tutti. In 83 anni di vita ho visto non solo invecchiare quelli che erano i miei ideali, ma li ho visti addirittura scomparire ben prima di essere vecchio. Per noi ex giovani c’è stata anche una collisione che ha portato all’affondamento, su questo non c’è il minimo dubbio. «Appartengo a una generazione educata sotto il fascismo dal quale mi liberai assai presto, a 16 anni, perché avevo intrapreso percorsi culturali che mi avevano portato a certe conclusioni. Anche l’entusiasmo per la Liberazione non mi ha toccato subito, perché in Sicilia le cose sono sempre arrivate come relitti portati dalla risacca. La Liberazione, la rivoluzione industriale, non appartengono al vocabolario della Sicilia, così come - in fondo - non le apparteneva neanche il fascismo. Ma gli ideali a cui noi giovani abbiamo aderito subito dopo la Liberazione li abbiamo visti prima annebbiarsi e poi, a poco a poco, scomparire nella nebbia. «Cosa vede oggi un giovane? Non la nebbia e la sparizione, vede la scomparsa immediata, come un gioco di prestigio, non ha neanche il tempo di prepararsi, abituarsi psicologicamente alla perdita. «Storicamente si associa l’anzianità alla saggezza, e dunque alla memoria. Invece questo Paese che invecchia la memoria la perde. Perché? «L’Italia è un paese di smemorati, non ha mai avuto memoria. Non ha il senso del suo passato. L’autonomia della memoria, per un italiano, è sì e no un mese. Se si tratta di un fatto di cronaca nera, terribile, alimentato dai vari Porta a porta, Matrix eccetera, allora la memoria persiste. Ma perché persiste? Non per il fatto in sé. Ma perché l’italiano si divide immediatamente in innocentista e colpevolista. A priori, semplicemente perché quel presunto colpevole porta i baffi o non li porta. Ha gli occhi azzurri o no. «E in Italia rimangono innocentisti o colpevolisti sia che si venga condannati dalla suprema Corte di Cassazione, sia che si venga assolti. «Gli italiani hanno solo memoria per le loro squadre di calcio. La vera memoria storica degli italiani è il calcio». Grazie a Camilleri per queste sue riflessioni perchè ha una visione non ottimistica e ottimista ad ogni costo. Ammiro la sua lucidità ed il suo coraggio di dire quello che pensa veramente senza ipocrisie, di essere insomma un cane sciolto che non è intruppato nel branco dei pecoroni che non pensano mai con la loro testa, non riflettono in modo individuale e non si chiedono mai perchè !!!