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Le donne di Galilei


 
 Galileo Galilei, il grande scienziato e filosofo nato a Pisa nel 1564 e morto a Arcetri nel 1642, proprio 4 secoli fa mise a punto il cannocchiale, presentandolo al Doge di Venezia il 25 agosto 1609 come propria invenzione, anche se in realtà era stato costruito in forma più rudimentale pochi anni prima da alcuni artigiani olandesi. Di lui sappiamo tutto come scienziato, ma la sua vita privata è spesso sconosciuta ai piùAnche se non andarono mai a vivere sotto lo stesso tetto, per dieci anni Marina Gamba fu compagna assidua di GalileoGalilei.Di lei si conserva un ritratto di Ottavio Leoni  al Louvre . Donna sensuale e dalle forme abbondanti, negli anni felici di Padova gli diede in rapida sequenza le figlie Virginia, “nata di fornicazione” il 13 agosto1600,  e Livia,  il 18 agosto 1601, appena un anno dopo, e infine il figlio Vincenzio, il 14 agosto 1606.Di questa vicenda si conoscono molti particolari: fu un amore carnale e travolgente, a modo suo fedele, finito con il trasferimento di Galileo da Padova a Firenze nel 1610.Marina continuerà comunque a ricevere da Galileo, tramite Lorenzo Pignoria, gli alimenti per Vincenzio, fino a quando sarà abbastanza grande per raggiungere il padre nel Granducato di Toscana.Galileo frequentava con disinvoltura luoghi di piacere e  scrisse il goliardico poemetto “Contro il portar la toga” proprio perché gli dava fastidio essere riconosciuto come professore dell’Università quando faceva le sue scappatelle.Poco invece si parla dell’ultimo amore di Galileo, quello crepuscolare per Alessandra Bocchineri. Questa tardiva storia d’amore è però ricordata da Paolo Scandaletti, che ha appena ripubblicato,  aggiornata, la  biografia dello scienziato pisano “Galileo privato”, con prefazione di Margherita Hack (Gaspari editore, 236 pagine, euro 14,80).Alessandra Bocchineri era sorella di Sestilia, moglie di Vincenzio Galilei, il figlio nato da Marina Gamba, che Galileo aveva legalmente riconosciuto, cosa che non fece per le due figlie finite in convento. La famiglia Bocchineri era originaria di Prato, godeva di mezzi economici e ottima fama. Vincenzio aveva conosciut o Sestilia grazie ai rapporti di amicizia che suo padre Galileo aveva con Geri Bocchineri, fratello di Alessandra e Sestilia, addetto alla segreteria del Granduca diToscana.Quando, nell’estate del 1630, si innamora di Alessandra, Galileo ha 66 anni e molti acciacchi. Lei è una bella trentenne ma non le manca l’esperienza: uno dopo l’altro, tre mariti, Nati, Rasi e Buonamici, l’hanno già lasciata vedova, ha frequentato la corte ducale di Mantova, è stata al seguito di Eleonora Gonzaga ed ha vissuto a Vienna.Abituato ad apprezzare soprattutto la carne, Galileo in Alessandra scopre il fascino dell’intelligenza femminile. Di lei scrive, dopo ripetuti incontri ad Arcetri:“sì rare si trovano donne che tanto sensatamente discorrino come ella fa”.L’amore tra il vecchio scienziato e la giovane e raffinata donna di corte è soprattutto intellettuale. Alessandra all’inizio cede al fascino di Galileo, poi saggiamente si ritrae per evitare uno scandalo che sarebbe pericoloso per entrambi. Ma Galileo insiste nel chiederle incontri:“Né mi opponga rispetto alcuno o sospetto o timore che mi possa per ciò sopraggiungere qualche turbolenza: perché in qualunque senso sia da terze persone ricevuto questo incontro o abboccamento, o sia giocondo o sia discaro, poco m’importa, essendo io assuefatto a soffrire e sostenere come leggerissi mi pesi cariche molto più gravi”.Alessandra, con Geri e Sestilia, sarà tuttavia vicina a Galileo nei tempi bui del processo per eresia e lo assisterà con affetto assai più dello stesso Vincenzio, che nemmeno risponde ai messaggi del padre. Ad Alessandra, ormai a pochi giorni dalla morte, giorni “lunghissimi per il continuo ozio e brevissimi per la relazione ai mesi e agli anni decorsi, né altro mi resta di consolazione che la memoria delle amicizie passate,de lò le quali poche cose mi restano” , Galileo rivolge il pensiero e porge un invito estremo, che lei respinge con gentile imbarazzo:“Io delle volte tra me medesima vo stipolando in che maniera io potrei fare a trovare la strada innanzi che io morissi a boccarmi con Vostra Signoria e stare un giorno in sua conversazione, senza dare scandalo o gelosia a quelle persone che ci hanno divertito da questa volontà”.Ed ecco la risposta di Galileo:“un cordialissimo grazie dell’affetto tanto cortese ch’ella dimostra verso la mia persona, e dell’ufficio di condoglienza col quale ella mi visita nelle mie miserie e nelle mie disgrazie. La prego a condonare questa mia non volontaria brevità e le bacio con affetto cordialissimo le mani”.E’ il Natale del 1641, l’ultimo di Galileo,che morirà l’8 gennaio, quindici giorni dopo.