*STAGIONI*

LA PROVOCAZIONE


«Le donne e il femminicidio, facciano sana autocritica. Quante volte provocano?» “Le donne facciano autocritica: vanno in giro con abiti succinti, servono cibi freddi, abbandonano i bimbi e esasperano le tensioni. Gli uomini non sono impazziti, sono le donne che provocano”.«Una stampa fanatica e deviata attribuisce all’uomo che non accetterebbe la separazione questa spinta alla violenza», «Domandiamoci: Possibile che in un sol colpo gli uomini siano impazziti? Non lo crediamo. Il nodo sta nel fatto che le donne sempre più spesso provocano, cadono nell’arroganza, si credono autosufficienti e finiscono con esasperare le tensioni. Bambini abbandonati a loro stessi, case sporche, piatti in tavola freddi e da fast food, vestiti sudici. Dunque se una famiglia finisce a ramengo e si arriva al delitto (forma di violenza da condannare e punire con fermezza) spesso le responsabilità sono condivise». «Quante volte vediamo ragazze e signore mature circolare per strada con vestiti provocanti e succinti? quanti tradimenti si consumano sui luoghi di lavoro, nelle palestre e nei cinema? Potrebbero farne a meno. Costoro provocano gli istinti peggiori e poi si arriva alla violenza o abuso sessuale (lo ribadiamo. roba da mascalzoni). Facciano un sano esame di coscienza: forse questo ce lo siamo cercate anche noi?».
provocazione[pro-vo-ca-zió-ne] s.f.1 Atto, comportamento, parola o discorso offensivo o di sfida, che mira a irritare e a provocare una reazione violenta degli altri: non reagire alle p.; con valore attenuato, stimolo intellettuale, invito a riflettere: un discorso che contiene intelligenti p.2 dir. Nel diritto penale, circostanza attenuante riconosciuta a chi ha commesso un reato in reazione a un'offesa o a un'ingiustizia subita3 Atto, comportamento che tende a suscitare il desiderio sessuale• sec. XIVTratto da il Sabatini Coletti dizionario della Lingua ItalianaOra la domanda che mi viene da fare all'uomo più che al prete, da poco si è diffusa anche la notizia che ha lasciato l'abito talare adducendo una scusa del tipo "io indegno dell'abito che indosso", ripeto io vorrei chiedere all'uomo : - Mi spiega cortesemente se quello che ha scritto è quello che pensa o era solo un'ulteriore modo per mettersi in mostra?...lei non è tornato sui suoi passi ma ha semplicemente scelto di togliersi da sotto i riflettori, ha detto che non è degno di portare l'abito che indossa, ma non ha chiesto scusa a tutte le donne che ogni anno subiscono violenza, maltrattamenti e spesso ci rimenttono anche la vita. Mi piacerebbe sapere se quello che ha scritto è veramente quello che pensa, ma soprattutto mi piacerebbe che avesse il coraggio di prendersi le proprie responsabilità e le proprie conseguenze. Togliersi l'abito in questo momento vuole dire solo che ha voglia di nascondersi, ma in lei non vedo nessun pentimento.PS : vorrei ricordare e chiedere lumi a Paparatz, che continua a blaterare sul discorso LGBT, ma non si pronuncia sul femminicidio, anche lui pensa come nel quattordicesimo secolo che sono le donne a provocare e quindi a suscitare la voglia degli uomini di picchiarle, violentarle e ammazzarle?