Tra le nuvole

Post N° 173


3 febbraio 1973
 Dopo aver finito di leggere la cronaca sportiva del quotidiano locale, lo zio indossò la giacca di pelle nera e portò il nipotino ad assistere alla gara podistica del trofeo S. Agata: per dirla tutta la cosa che divertiva di più il bambino non era tanto l’evento sportivo in sè, dal quale era palesemente poco attratto, quanto il clamore della folla che osannava il passaggio dei corridori e soprattutto le sirene spiegate con le quali le motociclette della polizia municipale annunciavano il ritorno del corteo degli atleti ad ogni giro.Alla conclusione della gara, una sosta non programmata presso una bancarella di dolciumi risultò molto gradita: scartato lo zucchero filato, del quale il bambino non era ghiotto, la scelta cadde su quelle caramelle gommose e colorate con tanto zucchero che il Dottor Catanzaro sconsigliava nel modo più assoluto; lo zio, poco incline al fascino dei dolci, acquistò un cartoccio di càlia e simènza da sgranocchiare strada facendo. Comprarono anche un pezzo di torrone da portare alla nonna: mentre il venditore incartava il dolciume i due ridevano pensando al modo buffo in cui suo papà lo avrebbe frantumato a colpi di martello per dividerlo e renderlo commestibile a chi di denti in famiglia non era molto fornito.Lo zio teneva per mano il bambino che camminava col naso per aria, guardando il bianco cielo nuvoloso sopra la sua testa.- Ti è piaciuta la corsa? Stasera glielo dici a papà che ti ho portato a vedere i corridori in Corso Sicilia? - Chi ha vinto la gara? - chiese il nipote.- Vinciu... vinciu ‘u Tuccu.. - rispose lo zio, e Dio solo sa perché ogni catanese etichetta come “turca” ogni persona dalla pelle scura, indipendentemente dal paese di provenienza.- Che ore sono? - S’informò ad un tratto il bambino.Lo zio dà una rapida occhiata al suo orologio - E’ ancora presto, sono le cinque e mezza...-- Voglio andare a casa, prima che cominciano i “cattonaramati”- - Allora proseguiamo da quesa traversa - disse lo zio - accussì arrivamu prima. -Il bambino mangiò l’ultima caramella, guardò lo zio e sorrise...A te zio, volevo ricordarti così: grazie per molte cose, in primo luogo per avermi fatto ridere, pensare ed incazzare, grazie per avermi portato per la prima volta allo stadio e per avermi insegnato il modo giusto di radermi e ridipingere i muri.... ah, a proposito: quella volta avevi proprio ragione, sono stato io a rompere il mulinello della tua canna da pesca...P.S. Per la cronaca: il “turco” in questione che vinse il trofeo Sant’Agata nel 1973 era il tunisino Abdelkader Zaddem: magari se partecipate a “chi vuol essere milionario” vi torna utile...Trofeo Sant'Agata