Tra le nuvole

Post N° 187


Tempo fa avevo l’abitudine di annotare sui libri (rigorosamente a matita) la data d’inizio e fine lettura : uno strano vezzo che mi ha trasmesso mia moglie. Siccome però imbattersi in due date commemorative immerge l’eventuale lettore in quell’atmosfera calorosa che si percepisce di fronte ad una  lapide funeraria, per rallegrare il clima aggiungevo qualcos’altro seguendo l’estro del momento. Faceva freddo, pioveva, avevo mal di denti: cose così.... Non so dire a cosa serva di preciso, diciamo pure che non serve a nulla, però è bello sapere che il mese di aprile del 2003 l’ho passato a leggere il Signore degli Anelli, perché ero curioso di sapere come andava a finire il film e non mi andava di aspettare che uscisse il terzo episodio.Resti tra noi: una boiata epocale, sia il film che il libro: concordo con quanto affermato da Randall in Clerks 2!La  scorsa settimana ho completato la lettura dell’ultimo romanzo di Petros Markaris, intitolato in maniera alquanto originale “La lunga estate calda del commissario Charitos”.E’ il secondo romanzo che leggo di quest’autore, dopo “Difesa a zona” e devo ammettere che apprezzo molto il modo in cui riesce ad amalgamare i ritmi del romanzo poliziesco con i quadretti di vita familiare del protagonista: fatte le dovute distinzioni è quello che propone Camilleri col commissario Montalbano. La differenza è che un commissario Charitos è più credibile e meno improbabile di un Montalbano. Mia moglie non è di quest’avviso, trova Markaris noioso e non riesce a capire come possa svegliarmi all’alba per leggerlo.Fatto sta che adesso che l’ho terminato sto attraversando quella fase di amarezza tipica di chi ha appena completato la lettura di un libro che lo ha intrippato tantissimo: mi aggiro per casa come un’anima in pena cercando qualcos’altro da leggere. Durante il mio pigro vagabondare noto con una punta di rammarico che ci sono molti libri che ho cominciato senza mai completarne la lettura.L’occhio mi cade su Tropico del cancro, ma so già che è una battaglia persa in partenza: Mi sdraio e come al solito resisto le prime cinque pagine, poi rinuncio. Mi viene voglia di fare come Pepe Carvalho, prenderlo e buttarlo in un camino: purtroppo ho solo i termosifoni e per giunta è estate quindi non se ne fa nulla, lo rimetto sullo scaffale e vado oltre.Sabato mattina ho letto il messaggio nel blog di Daniele (Abramo VanElsing) in cui mi  spiegava cos’è un home run: ha a che fare col gioco del baseball, uno sport che sono strutturalmente incapace di comprendere.Ovvio quindi che la scelta successiva cada su Underworld di Don De Lillo: la vicenda prende spunto da un incontro leggendario tra i Dodgers e i Giants e della palla fuoricampo che nel corso del tempo passa di mano in mano. Ci ho provato diverse volte a leggerlo e tutte le volte non sono mai riuscito a completarlo.La pagine delle date è quasi piena, leggo le mie annotazioni personali a matita:24 dicembre 1998: questo libro è un regalo natalizio di Tino (il figlio del mio ex donatore di lavoro, lui si che mi voleva bene a regalarmi ‘sto mattone..)cominciato a leggere il 3 gennaio 1999...ricominciato a leggere il 7 aprile 2001...ripreso durante un piovoso sabato pomeriggio di marzo del 2003, per contrastare la noiosa attesa di clienti ...Prendo in mano la matita  per aggiungere qualcosa, poi mi blocco: non scrivo nulla, vuoi vedere che stavolta è la volta buona?Dieci libri che malgrado un inizio promettente, non ho mai completato:Delitto e castigo di F. M. DostoevskijTropico del cancro di Henry MillerL’isola del tesoro di R.L. StevensonUnderworld di Don De LilloIl vangelo secondo Gesù di Josè SaramagoMorte nel pomeriggio di Ernest HemingwayLa metà oscura di Stephen KingGomorra di Roberto SavianoOpinioni di un clown di Heinrich BöllLa luna e i falò di Cesare Pavese