Ci sono quelle notti che ti sdrai sul letto,
con la musica accesa.
Quelle notti in cui fuori è piovuto e dalla finestra entra odore di fresco,
quasi di bucato.
Quelle notti in cui soprattutto ti circola un vento intorno,
un vento che ti danza accanto, poi ti accarezza, si posa ad ascoltarti.
Ci sono quelle notti in cui ci parlo in silenzio con questo vento.
Arriva di notte soltanto così.
O forse il giorno la fretta non ce lo fa godere abbastanza.
Forse occorre riposare per capire.
Potessi tornare dieci anni indietro,
penso, mi sarei innamorato ancora, finalmente.
Perché chissà se c’è un’età perfetta per innamorarsi e sapersi fermare.
Ogni volta guardandomi intorno ho pensato che forse avrei potuto avere di più.
Che poi accontentarsi o essere contenti non sono proprio la stessa cosa.
Però vogliamo sempre di più,
qualcosa di più.
Non ho mai voluto consigli,
non ho mai sentito il diritto di darne.
Siamo bravi a sbagliare da noi e ne andremo fieri per sempre per questo.
Però vorrei dirti di fare attenzione.
Perché ci sono milioni di sogni nella testa
e una smania di realizzarli tutti che a volte porta lontano dal necessario.
All’inizio volterai strada,
una, due, diecimila volte e ancora e ancora avrai voglia di camminare.
A un certo punto avrai bisogno di riposare un po’.
Di farti accarezzare da questo vento,
sì proprio il vento di stanotte.
Ti ricorderai che ogni partenza è perfetta
ma ogni ritorno ti fa stare bene solo se hai qualcuno che ti aspetta.
Altrimenti tornerà a prenderti un vuoto dentro,
sarà sempre puntuale, ingestibile, feroce.
Avrai sacrificato così tanti rapporti per la frenesia di stringere
tutto fra le mani.
Questo vento torna per dirti che andare è emozione,
le emozioni sono incredibili momenti
ma capire quando fermarsi è un vero talento,
ed è questo che crea i sentimenti.
Invece mi rilassa il rumore della pioggia, sia quando vien già con uno scroscio impetuoso, sia quando scende leggera come la neve.
Non si può paragonare ad una musica e neanche alla profonda voce del mare, ma ha una sonorità tutta sua che sembra a volte un po' più passionale a volte dolce, quasi come la filastrocca delle nonne che ci addormentava...
Quest'anno naturalmente ha esagerato, è da novembre che piove quasi tuti i giorni, così che le sensazioni romantiche che l'accompagnano hanno lasciato il posto ad altri epiteti che ti risparmio:-)))).
A tutto ciò che ho scritto c'è però una spiegazione scientifica: il vento muovendo le masse d'aria le une con le altre genera tanta elettrictà statica nell'aria che può innervosire le persone sensibili perché in qualche modo influenza i delicati circuiti cerebrali che sono attraversati da minime correnti e che vivono di scambi chimici. La pioggia al contrario scarica a terra tutta l'elettricità presente nell'atmosfera e quindi impedisce che venga disturbato il nostro prezioso equilibrio bioelettrico.
Però quando il vento accarezza i capelli di una donna, quando li scompiglia, quando vi gioca con le sue dita alate, diventa una straordinario strumento di seduzione, fino a trascendere nell'impudicia erotica quando solleva le sue gonne e apre imponenti squarci alla fantasia:-))).
Ciao...CARLO!
quanto è vero che sapersi fermare è un'arte ^__*
Ti ricorderai che ogni partenza è perfetta ma ogni ritorno ti fa stare bene solo se hai qualcuno che ti aspetta.
e anche questo è biblicamente vero... senza chi ti aspetta che senso ha tornare?
Ad un certo punto avrai bisogno di riposare un po’. Di farti accarezzare da questo vento, sì proprio il vento di stanotte.
sapessimo quante volte ci carezza il vento ^___^ a volte non capendolo ne perdiamo il fresco ^___^