IpseDixit&Exit

Post N° 4


Dopo lo strepitoso successo ottenuto col mio primo post, che ha ricevuto pure un commento, e da parte di una donna, che io tra l’altro non conoscevo. :o] Ho deciso a grande richiesta di farne un secondo. Dal titolo...Il Paese delle meraviglieIl Paese della cuccagnaIl Paese del BengodiLuna Rossa: Facci sognare!(potete scegliere voi il vostro titolo tra questi quattro)PROLOGOVoi lo sapevate che in Italia, parliamo di oggi, ci sono ben il 2% di analfabeti totali (chi non sa né leggere né scrivere), e il 20% di semianalfabeti (chi è in possesso solo di licenza elementare). N.B. Fa ironicamente notare il sociologo De Masi: “L’unica differenza tra un analfabeta totale e un semianalfabeta è che il secondo sa fare la sua firma”.Quindi in Italia, oggi, un quinto della popolazione totale, tra nord e sud sa a malapena leggere e scrivere. UN QUINTO della popolazione? Ma dodici milioni di semianalfabeti in un Paese moderno nel cuore dell’Europa non sono una media accettabile. Dodici milioni di semi-analfabeti andavano bene (forse) in un’Italia rurale del dopoguerra. Non in un Paese che siede al tavolo dei G8. Che si vanta di essere uno tra i dieci più industrializzati del mondo. Un Paese che esporta cultura, e che vuole insegnare a ex jugoslavi e musulmani vari, il rispetto delle leggi, delle donne e delle regole civili tout court.Un Paese che ha dodici milioni di semianalfabeti su sessanta al suo interno può secondo voi andare in Iraq a insegnare la “civiltà” ai musulmani, che poverini vivono in uno stato culturale medioevale? (si vocifera). Io dico che un Paese con dodici milioni di persone che sanno a malapena leggere e scrivere dovrebbe farsi i cazzi suoi! Risolvere prima questo e poi semmai esportare civiltà, se proprio non ne può fare a meno. :o]Oppure secondo voi il grado di civiltà di un popolo si misura in base ai telefonini e alle macchine pro capite? Qualcuno lo sostiene! Berlusconi lo sostiene! Lui lo dice apertamente che in Italia le cose non vanno poi tanto male, perché tutti hanno il telefonino e la vendita di automobili è in aumento. Secondo voi è questo il metro di giudizio del grado di civiltà? (è una domanda) Sapere quanti telefonini possiede un quindicenne di Bergamo o di Bari che non è mai andato a scuola? Perché se la risposta è si: mi arrendo!In Olanda, Danimarca, Svezia, fanno a gara a chi parla più lingue, e noi abbiamo più della metà dei nostri conterranei che sanno parlare (in italiano approssimativo) solo della Juve, del Milan, delle macchine, dei telefonini, dei reality le donne e della fregna gli uomini (non necessariamente in quest’ordine). E tutti di cinema e delle cose di vita quotidiana. Ma non di più!“Volete un’Italia come il Milan?” Diceva con uno slogan elettorale qualche anno fa, col sorrisetto ebete, Silvio Berlusconi. Per sottintendere un’Italia vincente. No brutto idiota! (è la mia risposta alla domanda). Non la voglio un’Italia come il Milan. Ma non perché io sia dell’Inter. Non voglio un’Italia come il Milan come non la vorrei come la Sampdoria. Io voglio un’Italia che sa leggere e scrivere, che sa parlare di tutti gli argomenti con un certo respiro. Dove tutti siano in grado di discutere di tutto. Invece mi ritrovo in un Paese dove negli ambienti di lavoro con i colleghi uomini o parli della Champions League o della nuova BMW X5 coi fari allo xeno, o non parli più di un cazzo!Ma la questione dell’istruzione, si badi bene che non parlo di cultura, ma di semplice istruzione, è una questione di lana caprina? Cioè dire: chissene frega se un quinto degli italiani sa si e no leggere. Quello che è importante è la casa di proprietà per tutti (e vediamo a che costo 'sta casa di proprietà), e la macchina per tutti. Per me non è così. Oppure, sarebbe pure così se questo fosse il Paese del Bengodi. Un Paese senza vistose ingiustizie e dilanianti spaccature sociali. Dove tutti lavorano, tutti hanno la casa, due macchine, e tutti stanno mediamente bene. Ma siccome così non è! Questo è un Paese più simile all’Argentina o alla Colombia che no alla Svezia. Dove la differenza tra chi ha schifosamente tutto e chi soffre letteralmente di stenti è abissale. Dove chi guadagna un milione di Euro l’anno ne può tranquillamente dichiarare diecimila (quando li dichiara). C’hai il Cherokee e lo Yacht parcheggiato a Porto Ercole, con il reddito di un precario? Sei un genio!Un Paese questo, che valorizza molto bene il lavoro di Gennaro Gattuso di Paolo Bonolis e di Anna Falchi, e svalorizza altrettanto bene quello di un professore di liceo o di un carabiniere di pattuglia nel Rione Sanità. È civiltà secondo voi? Hanno dedicato un’aula del Senato a un disadattato criminale che voleva (con tanto di foto) spaccare la testa con un estintore a un poliziotto. E chi c’è andato di mezzo è il poliziotto che per difendersi gli ha sparato. Giovane sprovveduto e impreparato il poliziotto? Sicuramente si! Ma il suo aggressore non c’aveva le margherite in mano ma un estintore! Un’aula del Senato della Repubblica gli dedichi a uno così? Per che cosa poi? Per la vigliaccheria tutta italiana di accontentare una parte di opinione pubblica, la stessa che lo stato lo tiene in gran dispitto.“Povero quel Paese che non sa costruirsi un monumento”. E in un altro contesto: povero quel Paese che non sa valorizzare i propri eroi. Pochi giorni fa, ma tante volte è successo, un ragazzo di 30’anni che faceva l’animatore in un villaggio turistico in Sicilia, ha salvato cinque bagnanti che stavano annegando, prima di morire, mentre lo portavano via in ambulanza. Ci si ricorda di questo ragazzo di Viterbo e del suo cuore generoso, si! Ma chi se ne ricorda sono i vari blog sparsi per la rete. E ancora per un po’. È scritto tristemente nel libro delle Ecclesiaste: “Non c’è memoria per il passato. Ma nemmeno per quelli che verranno. Tutto è vanità”. Non so voi, ma io se dovessi dedicare un’aula del Senato a qualcuno, la dedicherei a qualcuno come Ivan Rossi, e non a qualcuno come Carlo Giuliani.Dico, vabbè! Vivo il un Paese che non sa valorizzare i propri eroi, ma dove poi la giustizia funziona come un orologio svizzero! Dove chi commette un grave reato subisce una pena equa, e di lui non si sente più parlare, se non nei libri di storia? Manco pel cazzo! Wanna Marchi e Stefania Nobile, condannate in cassazione per truffa, estorsione e minacce, potranno tra cinque anni, scaduta la prescrizione, continuare tranquillamente a fare televendite. Il che vuol dire che nel 2011 (domani) Wanna Marchi potrà continuare, se vuole: a truffare estorcere e minacciare di morte i non pagatori. Questo dice la sentenza. Nel mio Paese civile “della fantasia”, una come Wanna Marchi dovrebbe essere preclusa in perpetuo da qualsiasi attività commerciale.Notate la coincidenza. Wanna Marchi nei suoi discorsi deliranti, quando parla di sé stessa ne parla in terza persona. Si cita per così dire. Fa come Giulio Cesare: “Giulio Cesare ha visitato il campo sul Reno. Ha passato in rassegna la IV legione e la III”. Così lei dice parlando di sé: “Wanna Marchi ha fatto questo”. “Wanna Marchi ha fatto quello”. Ma anche Berlusconi quando parla di sé stesso ne parla in terza persona: “Le toghe rosse vogliono perseguitare Silvio Berlusconi in quanto Silvio Berlusconi”. Ipse dixit. Non è che dice: “Le toghe rosse mi vogliono perseguitare”, come qualsiasi altro direbbe. Non sono buffe queste curiose coincidenze linguistiche? Chiusa parentesi.Un vero e proprio tesoro in lingotti d’oro (come quelli trafugati dal III Reich in fuga), monete antiche e gioielli, è stato trovato nel puff del salotto di Duilio Poggiolini, ex direttore generale del Consiglio Superiore di Sanità. Oggi nelle file di Forza Italia (il mio partito), (qui scherzo!). Più si parla di dipinti, e di 30 miliardi di vecchie Lire intestati sul conto suo e della moglie. “Vabbè. Che c’è di strano? Sono stati trovati i ricavi di estorsioni di tangenti o illeciti, e ora sono sotto sequestro del magistrato”. Dice l’ingenuo lettore. Errore! Sono stati sequestrati dal magistrato, si, ma solo per un po’ di tempo. Ora i soldi sono stati quasi tutti restituiti alla famiglia Poggiolini, e con tante scuse! Perché “gli appartenevano”. Il tribunale di Napoli ha infatti condannato Poggiolini a sette anni e mezzo di reclusione, alla confisca dei quadri, dei lingotti d'oro e di quasi 30 miliardi giacenti su un conto della Banca d'Italia. Gli saranno invece restituiti beni pari a 5 miliardi e mezzo. La moglie dovrà scontare invece quattro anni di carcere, dovrà lasciare allo Stato 10 miliardi e 526 milioni già sequestrati, ma otterrà la restituzione di altri 27 miliardi e 704 milioni e alcuni titoli. Così dice la sentenza. Ma come? Gli sequestri 40 miliardi e gliene restituisci 33? E come si gioca a questo gioco? Posso giocare anch’io? :o]Un romeno, ma le cronache riportano a decine queste notizie che ci si scorda pure le località e i nomi, ubriaco al volante, ha travolto e ucciso una ragazza che tornava a casa in motorino. Una città del centro nord mi pare. Quello che è interessante non è il fatto che l’investitore fosse un romeno. Che poteva essere pure un norvegese. E nemmeno che fosse ubriaco al volante. Quello che è clamoroso è la sentenza: questa persona è stata per un po’ agli arresti domiciliari, e udite udite: non gli è stata tolta la patente. Ma come? Travolgi uno con la macchina, nella maggior parte dei casi, italiano o straniero che sei, neanche ti fermi a prestare soccorso, ma vigliaccamente scappi e poi i carabinieri ti ritrovano da qualche parte. Uccidi uno con la macchina dicevo… e manco la patente ti tolgono? Non dico la galera, che sarebbe scortese. :o] (notare l’ironia).Giovanni Scattone, assistente della facoltà di giurisprudenza alla Sapienza di Roma, nel ’97 spara con una pistola (ma solo per prova) dall’aula dell’università e uccide la studentessa Marta Russo. Oggi nel 2007 Giovanni Scattone insegna storia e filosofia in un liceo scientifico di Roma. Ah sii? E gli studenti intervistati su cosa ne pensano loro di questa cosa, rispondono: “Boh! E chi è? A me me piace, spiega bene. Poi che’mme frega!”.Angelo Izzo, uno dei protagonisti dell’orrifico massacro del Circeo nel 1975, dopo aver scontato la sua pena in carcere è diventato, sapete cosa? “Beh, probabilmente uno che vive di espedienti ai margini della società”. Direte voi. Ingenuotti! Dico io. È diventato un assistente sociale, un lavoratore statale. Oh, aprite bene le orecchie! Non è che questo s’è aperto un’attività sua, coi soldi suoi. È stato assunto dallo stato italiano (il mostro del Circeo). Questo, prima di violentare uccidere e sotterrare in un sacco di plastica altre due donne, madre e figlia, nel 2005 in Puglia.Scattone e Izzo: uno professore di storia e uno assistente sociale. Un’aula del Senato porta il nome di un disadattato potenzialmente criminale. Non è una figata vivere in un Paese così? Domando? Se poi ci aggiungete che i condannati in via definitiva per reati che vanno dalle tangenti, alla frode fiscale, al falso in atto d’ufficio, nel parlamento italiano ad oggi sono ventiquattro (24). Allora si, che hai la certezza certa che vivere in un Paese così sia una vera figata! Ma mi rendo anche conto che parlare di questo lascia il tempo che trova. Mi auguro solo di vedere un aumento della coscienza nazionale prima di tutto, e poi una scolarizzazione media migliore, in questa bella Italia. Perché dal grado d’istruzione si determina poi tutto: dalle scelte individuali alle scelte politiche ai programmi da vedere in TV. Tutto!FINEESE