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PAPA IN USA INCONTRA VITTIME DEGLI ABUSI E PREGA CON LORO
WASHINGTON
- In un gesto atteso da tanti e allo stesso tempo straordinario, Papa Benedetto XVI ha incontrato un gruppo di vittime degli abusi sessuali da parte di preti pedofili, ha ascoltato le loro storie, ha pregato con loro, e per tutti coloro che hanno sofferto per lo scandalo che ha travolto, a partire dal 2001, la Chiesa nord americana. Le vittime, cinque-sei adulti, uomini e donne, provenivano da Boston, la citta' dove tutto e' cominciato: alcuni hanno pianto tra le braccia del pontefice. Il piccolo drappello era accompagnato dal cardinale Sean O'Malley di Boston, che ha preso il posto del precedente arcivescovo, Francis Bernard Law, sospettato di aver coperto i sacerdoti colpevoli e trasferito a Roma. Il commovente incontro e' avvenuto nella cappella della Nunziatura apostolica a Washington, poco dopo le 16. O'Mally ha anche consegnato al papa un elenco con i nomi (senza cognome) delle mille persone che hanno subito molestie sessuali nella sua diocesi. Gia' mentre era in viaggio verso gli Stati Uniti, papa Ratzinger aveva preannunciato che non avrebbe evitato di parlare di una vicenda che ha ferito profondamente il cattolicesimo americano. Ieri sera, con questo difficile e delicato gesto, ha dimostrato di volere, lui stesso, in prima persona, sanare le ferite del passato, consolare ed aiutare. Benedetto XVI ha fatto dello scandalo della pedofilia, tra lo stupore e l'incredulita' degli stessi mass media americani, il motivo conduttore della sua visita statunitense. Il giorno prima ne aveva parlato con i 400 vescovi nord americani, sottolineando come la vicenda sia stata gestita ''in modo pessimo''. Ieri e' tornato sull'argomento, nella messa al Nationals Stadium davanti a oltre 45 mila persone. ''Nessuna mia parola - ha detto durante l'omelia - potrebbe descrivere il dolore e il danno arrecati da tali abusi. E' importante che a quanti hanno sofferto sia riservata un'amorevole attenzione pastorale''. ''Sono gia' stati fatti - ha aggiunto - grandi sforzi per affrontare in modo onesto e giusto questa tragica situazione e per assicurare che i bambini possano crescere in un ambiente sicuro''. ''Queste premure per proteggere i bambini devono continuare'', ha concluso. La sua omelia, in inglese e in parte in spagnolo, ha preso di petto anche altri problemi e ferite della Chiesa. ''Vediamo - ha detto Benedetto XVI - segni evidenti di un crollo preoccupante negli stesso fondamenti della societa': segni di alienazione, rabbia, contrapposizione in molti nostri contemporanei; crescente violenza, indebolimento del senso morale, involgarimento nelle relazioni sociali e accresciuta dimenticanza di Dio''. Anche la Chiesa - ha proseguito - ''percepisce, in modo spesso doloroso, la presenza di divisione e polarizzazione al suo interno, e fa pure la sconcertante scoperta che tanti battezzati, invece di agire come lievito spirituale del mondo, sono inclini ad abbracciare atteggiamenti contrari alla verita' del Vangelo''. ABUSI, IL BLITZ SEGRETO DI CARDINALE BOSTON Boston,
la citta' epicentro dello scandalo della pedofilia che ha travolto in questi anni la Chiesa americana, era rimasta tagliata fuori dal viaggio americano di Benedetto XVI. Il suo arcivescovo, il cardinale Sean O'Malley, non si e' pero' dato per vinto: prima ha tentato di portare un gruppetto di vittime di abusi sessuali in Vaticano, poi ha messo a segno un blitz programmato in segreto per settimane, organizzando a Washington l'incontro che era sfumato a Boston e a Roma. Un gesto di fronte al quale la principale organizzazione che riunisce coloro che sono rimasti vittime degli abusi si e' detta ''grata'' dall'incontro, ma anche convinta che serva ''piu' delle parole'' per sanare la ferita. Due dei cinque protagonisti dell'incontro vi si sono recati con una punta di scetticismo. Bernie McDaid e Olan Horne, prima di recarsi dal Papa
, hanno rilasciato un'intervista alla National Public Radio nella quale hanno sottolineato di ''non sapere cosa aspettarsi''. ''Non gli bacero' l'anello - ha detto Horne - e se andremo' la' e ci verra' servito un bel piatto di belle parole, posso garantire che saro' la prima persona a dire che quest'uomo manca dell'autorita' morale per gestire la Chiesa cattolica. Mi aspetto qualcosa piu' delle scuse quando lascio la stanza''. Per ore dopo l'incontro i protagonisti non hanno rilasciato dichiarazioni, ma il Vaticano ha descritto la scena come carica di commozione. O'Malley, il protagonista della vicenda, e' il successore del cardinale Bernard Law, che fu praticamente rimosso da Boston da Papa Giovanni Paolo II e vive ora a Roma. E' stato l'energico arcivescovo francescano, noto per girare sempre in saio, ad essersi accollato il compito di rimettere in piedi la diocesi segnata dalla crisi. O'Malley lo scorso anno aveva chiesto ufficialmente al Papa di recarsi anche a Boston. Quando l'ipotesi e' sfumata, secondo quanto hanno riferito fonti della Chiesa cattolica americana, il cardinale ha provato a portare a Roma un gruppetto di vittime di abusi, per farle incontrare con il Papa prima che partisse per gli Usa. Un progetto che avrebbe incontrato resistenze in ambienti ecclesiastici. L'arcivescovo si sarebbe quindi rivolto direttamente a Benedetto XVI, ottenendo il via libera per organizzare l'incontro a Washington. Oltre a portare la piccola delegazione nella Nunziatura nella capitale, il cardinale ha anche consegnato al Papa un elenco con un migliaio di nomi di vittime. Il suo blitz e' stato accolto pero' con riserve da alcuni portavoce delle organizzazioni in cui sono riunite le vittime degli abusi. La principale associazione dei sopravvissuti alle vittime dei preti pedofili (Snap) e' ''grata'' ai cinque che hanno incontrato Papa
Benedetto XVI ma ritengono che lo storico primo faccia a faccia con il Pontefice ''non avra' impatto concreto'', perche' ''sono solo parole, mentre per proteggere i nostri figli servono azioni, fatti'', ha detto all'Ansa Barbara Blaine, la presidente del gruppo. ''Siamo grati alle vittime per il coraggio che hanno dimostrato andando all'incontro. Sappiamo quanto sia doloroso parlare di quelle esperienze'', ha detto la Blaine, secondo cui le persone che hanno sofferto per le molestie sessuali da parte del clero hanno bisogno di ''piu' che semplici parole''. La Blaine ha detto anche che negli ultimi giorni erano circolati segnali che un incontro tra vittime e papa era possibile. La stessa Snap (la sigla sta per Survivors Network of those Abused by Priest) aveva chiesto un colloquio con Benedetto XVI a gennaio ma la richiesta non era stata mai accolta. PEDOFILIA, VITTIMA PRETI, GLI HO DATO FOTO Olin
Horne, una vittima delle molestie di preti pedofili che ieri ha incontrato il papa, ha consegnato a Benedetto XVI alcune foto come prova della sua 'innocenza perduta''. Il papa le ha 'graziosamente accettate'', ha detto Horne alla National Public Radio che lo ha intervistato dopo lo storico incontro. Era la prima volta che un gruppo di vittime dello scandalo scoppiato a Boston nel 2002 e dilagato a macchia d'olio tra le diocesi d'America ha avuto l'opportunita' di incontrare il Pontefice. Due di loro, oltre al 48enne Horne anche Bernie McDaid, 52 anni, avevano cercato di far sentire la loro voce dalla Chiesa per quasi 40 anni, Qualche anno fa McDaid era addirittura andato a Roma tentanto invano di avere un'udienza con papa Giovanni Paolo Secondo. Ieri finalmente Benedetto XVI ha accettato di ascoltare la sua storia. ''Ero pronto. Aspettavo questo momento da sette anni'', ha detto McDaid aggiungendo che il papa lo ha ringraziato. Faith Johnston, ancora una ragazza, ha scelto la Cnn per raccontare la sua emozonante esperienza: ''Le lacrime hanno parlato per me'', ha detto la giovane donna che e' andata al colloquio nella Nunziatura di Washington con il mano il rosario dono della madre e a cui il pontefice ha fatto gli auguri per l'imminente matrimonio.. Horne era arrivato all'incontro pieno di scetticismo: ''Non gli bacero' l'anello'', aveva anticipato in un collegamento con la National Public Radio. Dopo aver parlato con Benedetto XVI ha indicato che l'accesso che e' stato concesso a lui e alle altre vittime e' stato senza filtri: ''Nessuno ci ha detto quel che dovevamo dire, abbiamo potuto parlare liberamente''. Horne, che ha consegnato al papa le foto, ha detto che come prima cosa Benedetto XVI ''si e' scusato'', ed e' stato ''straordinario''. Al papa e' stato consgenato anche un libriccino con i nomi di un migliaio di vittime perche' Benedetto ''possa pregare per loro''. ''Ora ho di nuovo speranza'', ha detto Horne: ''Abbiamo ricevuto una promessa sincera dal papa. Questo primo passo e' un inizio. Capiva le cose di cui parlavamo''. McDaid ha detto che il papa gli ha stretto la mano: ''Gli ho detto che ero un chierichetto quando e' successo. Che quel che e'e' successo non e' stato solo un abuso sessuale ma una violenza spirituale''. L'uomo ha riferito anche di aver detto al papa che ''c'e' un cancro che cresce nella sua chiesa, che deve fare qualcosa'' e ha aggiunto che, a suo avviso, Benedetto XVI ha recepito il messaggio: ''Le sue scuse mi hanno commosso''. Horne ha detto che il papa si e' impegnato con lui a far di piu' e, tra le misure possibili, ha parlato di rendere i vescovi responsabili per gli abusi commessi nelle diocesi di loro competenza. ''Sono uscito ottimista, pieno di speranza''. L'incontro era stato organizzato settimane fa dall'arcivescovo di diocesi di Boston Sean O'Malley dopo che il papa aveva respinto numerose richieste di visitare la citta' del Massachusetts. Sia Horne che McDaid hanno lasciato la Chiesa Cattolica ma sono attivi nell vasta rete di gruppi che si occupano delle vittime degli abusi. ''Non vogliamo distruggere la Chiesa ma cercare di aprire le finestre e fare entrare la luce', ha detto Horne. |
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