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Post N° 8


CELIA DE LA CERNA(Vecchioni)Non scrivi più, e non ti sento più, so quel che fai e ho un po' paura, sai. Son senza sole le strade di Rosario, fa male al cuoreavere un figlio straordinario: a saperti là sono orgogliosa e sola, ma dimenticarti... è una parola... Bambino mio, chicco di sale, sei sempre stato un po' speciale, col tuo pallone, nero di lividi e di botte, e quella tosse, amore, che non passava mai la notte; e scamiciato, davanti al fiume ore e ore, chiudendo gli occhi, appeso al cuore. O madre, madre, che infinito, immenso cielosarebbe il mondo se assomigliasse a te! Uomini e sogni come le tue parole, la terra e il grano come i capelli tuoi. Tu sei il mio canto, la mia memoria, non c'è nient'altronella mia storia, a volte sai, mi sembra di sentirela "poderosa" accesa nel cortile: e guardo fuori: "Fuser, Fuser è ritornato!", e guardo fuori e c'è solo il prato. O madre, madrese sapessi che dolore! Non è quel mondo che mi cantavi tu: tu guarda fuori, tu guarda fuori sempre, e spera sempredi non vedermi mai; sarò quel figlioche ami veramente, soltanto e solofinchè non mi vedrai.