essenceoflife

Parlo di te


Il vento freddo di questa giornata sembrava entrar-gli dentro, come lama che scalfisce ogni sua certezza. Lui che agli occhi di molti sembra un giganta ad ogni passo  pare diventare sempre più piccolo, quasi a volersi nascondere, quasi a voler scomparire nella luce. Il sole negli occhi, il vento che lo ferisce e la voglia di scomparire sempre più pressante, non poteva essere una buona giornata quella. Lavorare da sempre gli serviva per tenere l'attenzione lontana dalle cose che il suo cuore gli raccontava e gli ricordava, ma oggi nemmeno quello riusciva a distrarlo, a farlo sentire meno solo. Ore passate a pensare e a riflettere, le persone che entrano ed escono dalla sua vita, le parole dette, urlate a volte, e tutte quelle non dette per paura o per pudore, tutto si mescolava nell'enorme uragano di emozioni che abitava la sua anima. Quante cose doveva affrontare da solo, quanta tragica realtà passata e presente gli si mostrava innanzi, quante gelosie immotivate, quanta stupidità, quanta indifferenza, tutte cose che nutrivano la sua personale tempesta. Nell'occhio del ciclone, dove regna la pace sovrana, solo una voce, mani di donna che accarezzano delicatamente la sua anima.  Oggi questa tempesta interiore di cattive emozioni, di sensazioni devastanti è più forte del solito, più di quanto il suo animo abbia voglia di resitergli. Nel breve momento d'un respiro inizia a lasciarsi trasportare dai feroci venti mentre la sua anima finalmente tace, mentre le guerre tra ciò che è giusto e ciò che desidera tacciono, finalmente non si sente più in colpa, non sente più il bisogno impellente di affrontare tutto a muso duro, ora deve solo lasciarsi cullare dal vento della distruzione. Immerso in questa finta serenità apre gli occhi e vede quelli di lei, quelli che ama più di ogni altra cosa; istintivamente capisce d'aver sbagliato tutto, comprende che avrebbe dovuto lottare, tenere duro, stringere e battere i pugni, rivoltarsi a questa vita che non gli appartiene. Inizia allora a divincolarsi, cercando un modo per uscire da quel vento,  si muove smaniando, sentendo il corpo scosso dalle raffiche che lo infilano con le loro unghie acuminate.  Orrmai rassegnato alla sua fine sente due mani, fredde e tremolanti, che stringono con forza le sue; capisce che non hanno mai lasciato le sue ma che non riusciva più a sentirle, rinchiuso nell'abisso delle sue tristezze. Lentemente, delicatamente, questa presa lo riporta a terra, dove può guardare il suo personale uragano da fuori, dove può controllare quello che succede, dove, anche se la sua tristezza e il suo dolore sono presenti, può godere di piccoli istanti di diamante. Ancora scosso e visibilmente turbato si chiede a chi appartengono quelle mani che, magicamente, sono scomparse nel momento in cui ha toccato terra. Sorride e ricorda che, quel tocco, quelle sensazioni, appartengono al suo mondo da sempre, fanno parte di lui, del suo essere, vivono nella parte che ancora sogna e spera.Sono le mani della donna che ama, che desidera più di se stesso, sono le mie.