Ora le sue braccia cingevano il mio collo, le sue mani passavano lente sulla mia schiena. Mi alzai e presi il collare che aveva posato accanto a sé. - Vuoi che sia io a posarlo su di te? Lo vuoi ? Conosci il significato di questo gesto?-- Sì, lo voglio…. È la cosa che desidero di più.- rispose lei aprendo gli occhi e fissandomi con un'intensità marcata, trasmettendo tutto il desiderio che sentiva dentro.Il collare sfiorava la sua pelle, il suo viso, come per inebriarla con il profumo di cuoio, per misurare gli attimi che precedevano quell’essenza di appartenenza.Movimenti lentissimi, studiati, come se lei fosse preda in una savana e che non avesse oramai più scampo con il suo carnefice gioca con il terrore, sicuro oramai di trasformarla nel suo pasto. Adagiai il collare sulla sua pelle accompagnando quel gesto con lo sguardo, senza mai staccare gli occhi dai suoi. Lei piegò la testa, abbassando gli occhi, per facilitare la vestizione, godendo di quel gesto che aveva sognato e che aveva scoperto così forte, incalzante nella sua fantasia. Il collare era perfetto, splendido su quel corpo nudo e candido. Prezioso ornamento per una donna che aveva scelto all’improvviso di sentirsi cagna, di appartenere, di essere creta nella mani di uno scultore, abbandonata ad un destino che la renderà opera d’arte.La feci alzare tenendola per mano. La avvicinai allo specchio grande che spezzava le ante dell’armadio. - Guardati … Guarda come è splendido il tuo corpo, ora.-
Post N° 23
Ora le sue braccia cingevano il mio collo, le sue mani passavano lente sulla mia schiena. Mi alzai e presi il collare che aveva posato accanto a sé. - Vuoi che sia io a posarlo su di te? Lo vuoi ? Conosci il significato di questo gesto?-- Sì, lo voglio…. È la cosa che desidero di più.- rispose lei aprendo gli occhi e fissandomi con un'intensità marcata, trasmettendo tutto il desiderio che sentiva dentro.Il collare sfiorava la sua pelle, il suo viso, come per inebriarla con il profumo di cuoio, per misurare gli attimi che precedevano quell’essenza di appartenenza.Movimenti lentissimi, studiati, come se lei fosse preda in una savana e che non avesse oramai più scampo con il suo carnefice gioca con il terrore, sicuro oramai di trasformarla nel suo pasto. Adagiai il collare sulla sua pelle accompagnando quel gesto con lo sguardo, senza mai staccare gli occhi dai suoi. Lei piegò la testa, abbassando gli occhi, per facilitare la vestizione, godendo di quel gesto che aveva sognato e che aveva scoperto così forte, incalzante nella sua fantasia. Il collare era perfetto, splendido su quel corpo nudo e candido. Prezioso ornamento per una donna che aveva scelto all’improvviso di sentirsi cagna, di appartenere, di essere creta nella mani di uno scultore, abbandonata ad un destino che la renderà opera d’arte.La feci alzare tenendola per mano. La avvicinai allo specchio grande che spezzava le ante dell’armadio. - Guardati … Guarda come è splendido il tuo corpo, ora.-